Vai al contenuto

Colpo di scena al processo Cucchi, il giudice si astiene: “Sono un ex carabiniere”

È iniziato oggi, il 12 novembre, il processo per depistaggio sul caso Cucchi nel quale sono imputati otto carabinieri, tra cui alcuni vertici dell’Arma. Ma c’è stato subito un colpo di scena, perché in apertura dell’udienza, il giudice monocratico Federico Bona Galvagno, si è astenuto dal processo. Bona Galvagno si è giustificato spiegando di essere un ex carabiniere attualmente in congedo. L’astensione c’è stata a seguito della richiesta sollevata dagli stessi familiari di Cucchi, che da fonti aperte avevano visto che il giudice è un carabiniere in congedo. Tutto rinviato, quindi. La prossima udienza, con un nuovo giudice, si svolgerà il 16 dicembre.

“Sono estremamente soddisfatta del fatto che il Giudice Bona Galvagno abbia ritenuto di astenersi accogliendo la nostra istanza”, ha scritto in un post Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. “Ringrazio il mio e gli altri avvocati che hanno ritenuto opportuno doverla fare. Avevano ragione”. Il nuovo giudice monocratico nominato è Giulia Cavallone. Tutto è successo mentre si avvia a conclusione il processo principale sulla morte di Stefano Cucchi, nato dall’inchiesta su cinque carabinieri.

Stamani a piazzale Clodio si apriva infatti il filone del procedimento che vede imputati otto militari per i depistaggi. Tra di loro, ci sono alti ufficiali come il generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era alla guida del gruppo Roma e il colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del Reparto operativo della capitale. Gli otto sono imputati a vario titolo per falso, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento.

L’Arma dei Carabinieri si è costituita parte civile insieme, tra gli altri, alla Presidenza del Consiglio, e alla famiglia Cucchi. Anche il ministero di Giustizia ha presentato istanza di costituzione. L’inchiesta del pm Giovanni Musarò ruota attorno alle annotazioni redatte da due piantoni dopo la morte del geometra romano e modificate per far sparire ogni riferimento ai dolori che il giovane lamentava la notte dell’arresto dopo il pestaggio subito nella stazione della compagnia Appia.

 

Ti potrebbe interessare anche: L’ultima, disperata lettera di Cucchi: “Non sto bene. Puoi fare qualcosa per me?”

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure