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Prodotti contraffatti, Italia invasa: quali sono i più acquistati e a cosa fare attenzione (soprattutto online)

Nelle nostre case entrano continuamente prodotti contraffatti e molti di noi nemmeno se ne accorgono. Eppure, questo fenomeno è estremamente grave. Non solo per la qualità inferiore e la mancata conformità agli standard di sicurezza e salute, ma anche perché il mercato dei falsi marchi infligge un duro colpo alle aziende, mettendo a rischio ben 268mila posti di lavoro.

Negozi, bar e ristoranti sono sempre più minacciati dall’abusivismo commerciale, dalla contraffazione e dal taccheggio, che da soli sottraggono ai fatturati tra i 22 e i 23 miliardi di euro, secondo un’indagine Confcommercio-Format Research riportata da Il Messaggero. I numeri sono impressionanti: un consumatore su quattro ha acquistato un prodotto contraffatto o un servizio illegale nel 2023.

L’indagine

L’indagine è stata presentata in occasione della Giornata nazionale per la legalità, promossa da Confcommercio. Nel 2023 l’illegalità è costata alle imprese del settore ben 38,6 miliardi di euro. Questo ha un impatto diretto sui posti di lavoro. “Da un lato – spiega il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – ci sono reati come usura, estorsioni, rapine, reati violenti, che gli imprenditori subiscono e temono apertamente, anche se a volte non vengono denunciati per paura. Dall’altro ci sono invece i reati come contraffazione e abusivismo, che potremmo definire ‘bianchi’ perché percepiti come meno violenti e veicolati in modo più o meno consapevole dalle stesse scelte dei consumatori”.

L’indagine di Confcommercio-Format Research quantifica i costi dell’abusivismo commerciale in 10,4 miliardi di euro, quelli nella ristorazione in 7,5 miliardi, la contraffazione in 4,8 miliardi e il taccheggio in 5,2 miliardi. Cifre davvero impressionanti. Inoltre, vandalismo, rapine, furti ed estorsione pesano sempre più sui commercianti, con oltre il 62,8% delle imprese che si ritengono penalizzate da questi fenomeni. In particolare, concorrenza sleale e riduzione dei ricavi sono gli effetti più pesanti, rispettivamente per il 59,9% e per il 29,1% delle imprese intervistate.

Ma come si comportano i consumatori che acquistano prodotti taroccati? Secondo Francesco Bisozzi su Il Messaggero, la maggior parte (il 70,6%) utilizza il canale online e circa la metà (il 45,6%) effettua acquisti esclusivamente online. Quali sono i prodotti più soggetti a contraffazione? Abbigliamento, pelletteria e calzature, musica, film e abbonamenti TV, ma anche elettronica, profumi e cosmetici.

Tra i prodotti maggiormente contraffatti troviamo: abbigliamento e scarpe, borse e occhiali da sole, orologi e gioielli, CD, DVD, giochi, fotocamere e videocamere, rasoi e dentifrici, batterie, accendini, piastre per capelli, alimenti (Parmigiano, prosciutto San Daniele, olio extravergine, mozzarelle e simili), vini e bevande alcoliche come vodka, gin e whisky, giocattoli per bambini, medicinali e preservativi.

Per un consumatore, identificare un originale da una contraffazione non è facile. Come fare dunque? A cosa fare attenzione? I segni che indicano un prodotto fake includono: non riuscire a trovare il prodotto identico sul sito ufficiale del produttore, differenze nel design, diverse descrizioni dei prodotti (tipo di materiali e dimensioni) e una differenza significativa nel prezzo. Il prezzo è infatti il punto critico: a meno che non si tratti di un acquisto in un outlet originale, se l’offerta è irrealisticamente bassa si sta sicuramente acquistando un falso. Insomma: se gli affari sembrano troppo belli per essere veri, probabilmente non si tratta di articoli autentici.

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