L’Istat registra un drammatico calo della produzione industriale in Italia: -2,6%. Un bel capolavoro del governo gialloverde dopo anni di segno +. E se Luigi Di Maio blatera un sulla possibilità di un novello boom economico “come negli anni Sessanta”, i dati ci dicono altro. E c’è da mettersi a piangere. Perché nell’abbecedario di cifre che sono i dati Istat sulla produzione industriale in Italia, c’è un dettaglio che salta agli occhi. Nelle variazioni tendenziali, il dato relativo a industrie alimentari, bevande e tabacco registra un + 2,7%. Cosa vuol dire?
Nell’Italia grillo-leghista, stando ai numeri di novembre 2018, bacco e tabacco crescono. Sì, d’accordo, il tessile, le auto, i computer, la metallurgia, le attività manifatturiere, i prodotti chimici, l’industria del legno e le attività estrattive calano, ma volete mettere la goduria di essere vivi? Quella sale.
Trattasi, lo possiamo dire, dell’economia della decrescita felice, dove il piacere supera il resto. Della serie: tutto va a rotoli, quindi beviamo e fumiamo. Visti i numeri sulla produzione evitare suggerimenti del tipo, “astenersi da spese immorali” perché niente crea più indotto dell’immoralità, quella legale intendiamoci. Bere, fumare, mangiare bene e magari ogni tanto cancellare con una monetina qualche Gratta & Vinci. D’accordo, non si tratta di comportamenti salutisti ma guai a fare i conti con uno Stato etico, si rischia alla fine di ritrovarsi senza neppure quel piccolo segno più alla produzione industriale nei rari comparti che ancora tirano: alimentari, tabacchi e bevande.
“La proposta M5S sulla cannabis non passerà mai – ha avvertito Salvini – e non è nel Contratto di governo”. Caro Ministro, non sia così risoluto: magari in tempi di decrescita felice pure questa novità aiuterebbe ad alzare il più della produzione industriale italiana…
Perché ormai appare chiaro che dopo anni e anni di salutismo e di elogio del fitness, dalla grande stampa ai media, la reazione populista della gente si muova all’incontrario. Mangiare, bere e fumare. Ci saranno le obiezioni dei moralisti, ma che ci frega: è il governo del cambiamento!
Basta crescita industriale, che ci frega! È bene che il popolo beva e fumi. Perciò, in questa Italia ‘mbriaca di decrescita felice, non ci resta che (piangere, certo!) aspettare che ritorni il boom degli anni Sessanta, come dice Giggino Di Maio. Che per sparare una cosa del genere, mi sa che davvero era o ubriaco o fumato…
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