Il prossimo 15 marzo 2018 a Milano, presso Palazzo Castiglioni, in occasione della Milano Digital Week si terrà la seconda edizione de “Le professioni del Futuro”, il convegno internazionale, ideato e organizzato da InTribe in collaborazione con Asseprim e con la partecipazione. L’evento è nato per monitorare e tenere traccia dell’evoluzione dell’innovazione in Italia. Come sta cambiando il mercato del lavoro? Davvero un bambino che inizia oggi la scuola elementare farà un lavoro che ancora non esiste? A queste domande cercheranno di rispondere figure provenienti dal realtà del mondo tecnologico, accademico e del lavoro, come Samsung, Nexi, Randstad, Valore D, Università Bocconi, Mon-k, Teia, I-Care Italy, Smartive, Triumph, Campus Editori, moderati da Vito Verrastro, giornalista e fondatore di Lavoradio.
Rivoluzione digitale, mercato del lavoro e “digital mismatch”
Il progresso tecnologico degli ultimi 20 anni è paragonabile a quello dei 400 anni precedenti. Mentre già oggi si fanno strada nuovi lavori fino ad oggi sconosciuti entro 10 anni il 70% delle professioni sarà cambiata, evolvendo grazie al digitale e alle innovazioni tecnologiche. È per questa ragione che al centro dei lavori de “Le professioni del futuro”, sarà il “digital mismatch”, un fenomeno sociale ed economico che sta investendo aziende, istituzioni e lavoratori alla ricerca di un nuovo modello in grado di far incontrare esigenze e competenze. La rivoluzione digitale ha portato ad una rottura con il passato. Sono cambiate le regole e le dinamiche dei mercati, crollati i pilastri delle economie forti e restano sempre più spesso vacanti posizioni lavorative strategiche che richiedono skills oggi possedute solo da un pugno di candidati. Secondo le stime di InTribe, se aziende e persone non cambieranno puntando sulle competenze digitali e tecnologiche, entro il 2020 ci saranno 2 milioni di posti di lavoro potenzialmente vacanti (stime InTribe su elaborazione dati Cedefop EU28).
Cambia l’Italia, cambia il lavoro
«Il cambiamento è inevitabile, perché è già avvenuto», spiegano gli organizzatori di “Professioni del futuro”. Pensare di gestire un’azienda, il proprio lavoro e la propria vita, come facevamo anche solo 15 anni fa è un lusso che non possiamo permetterci perché il digitale è più che reale: condiziona le nostre scelte, evolve sotto i nostri occhi. Le professioni del futuro sono già una realtà e non solo nel settore tecnologico.
Cosa è mutato nel DNA dell’Italia produttiva? Gli organizzatori de “Le professioni del futuro” fanno un elenco di cambiamenti avvenuti e in atto nel sistema economico italiano che hanno profondamente inciso sul mercato del lavoro e delle professioni.
- Gli asset strategici aziendali: le persone con le giuste competenze assicurano crescita e stabilità
- L’unico modo per rimanere competitivi e nel mercato è il continuo aggiornamento professionale
- Il lavoro diventa un percorso in evoluzione, il posto fisso è storia
- La cyber-security è un’emergenza per tutti
- Cresce il numero dei lavoratori autonomi, anche nel digitale
- L’IoT sta subentrando agli uomini, solo nei lavori ripetitivi e poco specializzati
- Le aziende italiane perdono terreno a causa delle scarse competenze digitali
- Entro il 2025 l’incremento dei posti di lavoro riguarderà i profili con hard skills tecnologiche
- Le aziende non sono disposte a investire in formazione, i lavoratori si auto-formano.
L’evento e gli organizzatori
La partecipazione alla seconda edizione de “Le professioni del futuro” è gratuita. Per iscriversi registrarsi su Eventbrite. La sede del convegno è Palazzo Castiglioni, in corso Venezia 47 a Milano.
“Le professioni del futuro” è organizzato da InTribe, una startup innovativa che ha sviluppato una metodologia unica e proprietaria di analisi qualitativa del Big Data. InTribe opera principalmente nell’ambito di analisi predittive e di anticipazione dei trend e di analisi sociali volte alla valutazione delle dinamiche della società su topic specifici, per analizzare come i cambiamenti sociali e culturali impattano sui cittadini.
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