L’interconnessione globale e la moltitudine di dispositivi elettronici di cui ci siamo dotati ha iniziato creare una mole di dati che ogni giorno vengono generati e con essi ci si è trovati davanti anche ad una nuova esigenza: quella di dover dare un senso a questi. Proprio per questo motivo è nata la professione del Data Analyst, una delle tante e nuove occupazioni che il mondo digitale ha creato e che molte aziende stanno ricercando per completare il proprio organico e stare al passo con i tempi e con l’evoluzione del mercato. Ma cosa fa esattamente un Data Analyst? Come si fa ad intraprendere questo tipo di carriera e quale può essere lo stipendio medio di un esperto di Big Data. Siamo pronti a dare risposta a tutti questi interrogativi in modo da chiarire meglio questa nuova figura professionale.
Analizzare i Big Data: come fare e quali competenze sono richieste
In Italia i Big Data ricoprono solo una percentuale inferiore risposo alla Business Intelligence ma nonostante questo, il settore è in forte ascesa. Secondo uno studio condotto nel 2015 dall’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence della School Management del Politecnico di Milano i Big Data occupavano il 16% del mercato degli Analytics ma con un tasso di crescita annuo del +34%. Se rapportati al 2018, possiamo capire come questi dati indichino che i Data Analyst saranno sempre più richiesti specialmente in settori come quello assicurativo, bancario, dei media e delle utility. Ma cosa fa nel concreto il Data Analyst? Queste figure professionali si trovano di fronte una massa di dati che hanno il compito di analizzare, sintetizzare estrapolando le informazioni utili che possano essere funzionali al processo decisionale e alla definizione di nuove strategie aziendali. Per questo nel nostro Paese la definizione più corretta è Data Analyst mentre negli Stati Uniti questa figura professionale in forte ascesa. Per quanto riguarda poi le competenze che sono richieste per svolgere il ruolo di Data Analyst, c’è sicuramente una buona propensione per il ragionamento matematico e statistico oltre a capacità di tipo analitico a cui dovrebbero aggiungersi anche competenze di programmazione e doti comunicative.
Quanto può guadagnare e che tipo di formazione è richiesta
Trattandosi di una professione trasversale, chi vuole avvicinarsi a questo ambito non deve avere necessariamente una formazione improntata unitamente sulla Data Analysis: può trattarsi infatti di figure che hanno svolto studi di tipo economico, matematico, statistico o anche di ingegneri gestionali o informatici. Mentre negli Stati Uniti la comprensione di questo mestiere è arrivata precedentemente, in Italia soltanto negli ultimi anni si stanno muovendo i primi passi per assicurare una formazione specifica. Sono stati attivati i primi corsi universitari presso le università di Bologna e Pisa, dove dal 2016 sono presenti i master in Data Science e in Big Analytics e Social Mining mentre a Tor Vergata è stato avviato il primo percorso di studi in Data Science. Concludiamo ora la nostra presentazione di questa figura professionale con un aspetto molto importante, vale a dire lo stipendio che può raggiungere un Data Analyst: se negli Stati Uniti questa figura può arrivare a guadagnare fino a 100 mila dollari, in Italia e in Europa si parla di stipendi sicuramente più bassi. In media, per una figura Junior in questo settore si può arrivare ad un guadagno annuo di 30 mila euro mentre per una figura Senior lo stipendio può elevarsi fino a 50 mila euro.