La professoressa di Rovigo alla quale i sui studenti hanno sparato con una pistola ad aria compressa è furiosa. Maria Cristina Finatti, questo il suo nome, ce l’ha con Luciana Littizzetto, dopo che la comica sabato scorso su Radio Deejay ha dichiarato in pratica che la prof non avrebbe mai subito questo atto così grave se avesse dimostrato “empatia” verso i suoi studenti. La Finatti, difesa dal suo avvocato Tosca Sambinello, ora minaccia una querela per diffamazione a mezzo stampa e social. Lo stesso reato per il quale ha già querelato l’intera classe.
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Le parole della Littizzetto che fanno infuriare la professoressa di Rovigo
“Il gesto è assurdo e violento, però la gestione della professoressa non so se è stata utile. – queste le dichiarazioni di Luciana Littizzetto durante il programma ‘La bomba’ su Radio Deejay che tanto stanno facendo infuriare la professoressa di Rovigo – Ho riflettuto su quanto sono cambiati i tempi da quando insegnavo io. Ho insegnato per nove anni e nessuno mi ha mai sparato. C’erano delle classi particolarmente turbolente, tiravano gessetti, ma non ho mai pensato di denunciare, scrivere ai giornali. Era una faccenda mia e della scuola e mi dicevo: o imparo a gestire le classi difficili o è meglio che cambi mestiere”.
“Bisogna imparare ad avere a che fare con questi energumeni. – prosegue la Littizzetto – Se sei debole, loro ci marciano tantissimo. I ragazzi fiutano la debolezza. Non esiste una classe ingovernabile, esistono professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. È anche colpa del professore, è l’empatia, è quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che li ami, che sei lì perché ti piace, ti interessa veramente quello che pensano. Se riesci a creare questa sensazione non ti sparano con la pistola ad aria compressa”. Questa la frase che ha fatto scattare la minaccia di querela da parte della professoressa di Rovigo.
Empatia e querela
“Questo ci deve far riflettere. – conclude poi Luciana Littizzetto – Sicuramente la professoressa di Rovigo non è riuscita a entrare in sintonia con gli studenti, scatenando questa aggressività, assolutamente da punire. Il bullizzare i professori c’è sempre stato, più il professore è debole e più questo saltava fuori. All’inizio anch’io ho fatto fatica. Poi mi sono chiesta: voglio fare questo mestiere? Sì, e allora devo fare io, devo conquistarli. All’epoca insegnavo musica”.
“Ora si apra a tutti gli effetti un canale di comunicazione tra insegnanti e famiglie. – dichiara invece l’avvocato Sambinello – Speriamo che la scuola in generale e nel caso specifico l’Itis ora sia in grado di mettere in atto una maggiore disciplina e autorevolezza. La speranza è che la scuola attraverso la preside applichi effettivamente le indicazioni date dal ministro Valditara, ripristinando il patto educativo per i beni dei ragazzi e per il rafforzamento di valori genuini come il rispetto”.
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