Giro di boa. Momento di passaggio. Qualunque sia il nome che si vuole dargli, arriva per tutti nella vita il momento di fare i conti con sé stessi, di affrontarsi. Con la tentazione costante di pensare al passato, di cercare inutilmente di tornare quelli che si era. Un periodo delicato raccontato, a metà tra il saggio e il racconto autobiografico, da Antonio Polito nel suo ultimo libro “Prove tecniche di resurrezione”, un diario per imparare a vivere pienamente il proprio tempo.
Ospite del Teatro Caffeina a Viterbo, il vicedirettore del Corriere della Sera ha parlato della sua fatica letteraria rispondendo alle domande del direttore artistico Filippo Rossi, spiegando di rivolgersi a persone che sentono in qualche modo il bisogno “di risorgere” e di dover affrontare “un grande cambiamento”. “Bisogna avere il coraggio a un certo punto della vita di fare pulizia, buttare quello che non serve più”.
“Viviamo a lungo con l’idea di essere infiniti, per poi accorgerci che così non è”. Un momento arrivato anche per Polito, nello specifico quando si è trovato ad affrontare la scomparsa del padre, e che l’ha spinto a scrivere un piccolo decalogo per navigare nelle acque confuse di quel passaggio della vita così delicato: “Tra i punti che ho elencato c’è, per esempio, mollare i figli. Imparare ad accettarsi fisicamente”.
Un viaggio condito anche da riflessioni sull’epoca contemporanea, su una politica che è diventata “distruggere l’avversario” dalle rottamazioni di Renzi alle ruspe di Salvini. E che ha visto la sinistra perdersi, insistendo nell’errore di chiedere sacrifici promettendo benefici mai arrivati a causa della crisi economica. Una situazione che però potrebbe cambiare in un futuro nemmeno troppo lontano.
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