Cos’è la direttiva PSD2
L’Unione Europea il 23 dicembre 2015 ha terminato il lungo iter legislativo avente l’obbiettivo della Services Directive 2 – PSD2, diretta a standardizzare le modalità di esecuzione dei pagamenti digitali, pratica oramai diffusa nel mondo è bisognosa di un intervento adeguato. Lo scopo è quello di rendere più sicure queste pratiche di pagamento, soprattutto per i consumatori, evitando di lasciarli in balia delle decisioni degli operatori del settore finanziario. Questa direttiva è rivolta a tutti i fornitori di servizi di pagamento digitali, quali banche, Fintech, Telco e TPP, concedendo a chi opera sul web la possibilità di accedere ai conti bancari presso gli istituti allo scopo di ottenere le informazioni sulla disponibilità finanziaria ed eseguire i relativi servizi. Gli Stati membri della Comunità sono tenuti, entro il 12 gennaio 2017, a recepire la direttiva nei propri ordinamenti, dandone attuazione emanando le normative apposite come indicato nel provvedimento. Questa innovazione, dovuta all’evoluzione nell’ambito dei pagamenti digitali, comporta conseguenze nel mondo bancario, sollecitando la preoccupazione di chi teme la fine di un’era, quella che ha visto determinati strumenti di pagamento primeggiare e saranno surclassati dall’innovazione.
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Lo scenario futuro che intimorisce
Il fine della direttiva PSD2 è quello di influenzare drasticamente il modo in cui determinati servizi vengono offerti al cliente, offrendo opportunità uniche e particolarmente convenienti. Ciò richiede un cambiamento radicale, le banche dovranno adeguarsi abbandonando il vecchio strumento di pagamento che le ha contraddistinte in favore del progresso tecnologico, con tutte le dovute accortezze del caso. Tuttavia sono refrattari gli istituti bancari, preferendo continuare ad offrire i propri prodotti finanziari e di pagamento, evitando di facilitare l’accesso ai conti correnti dei propri clienti dai nuovi operatori del settore. La direttiva PSD2 comporterà un aumento della concorrenza, obbligando a doversi promuovere nel presentare prodotti competitivi e convenienti per il cliente, con un drastico calo dei costi riguardanti i propri servizi. Uno strumento di pagamento digitale elimina atti burocratici e spese aggiuntive, assumendo un ruolo rilevante per il consumatore che vedrà scemare quelle spese, molto spesso poco chiare, per usufruire degli strumenti di pagamento all’avanguardia e vantaggiosi. Proprio questo implica per le banche una perdita considerevole, una situazione che non piace e che spinge a difendersi, nondimeno senza potere realmente impedire l’attuazione della direttiva.
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L’immediato futuro della PSD2
Secondo molti esperti del settore bancario, finanziario e dei pagamenti l’adeguamento e l’elaborazione di nuove soluzioni è la scelta imprescindibile. Le aziende come la Finetech affermano nei propri comunicati che non vogliono assolutamente sostituirsi alle banche, ma aspirano solamente ad offrire dei servizi agli stessi istituti, come le piattaforme di autenticazione per i pagamenti digitali. Le banche, d’altronde, non possono esimersi dall’abbracciare questa evoluzione tecnologica, poiché la direttiva è stata seguita da varie disposizioni emesse dall’Autorità Bancaria Europea per agevolare questo importante passo, e diverranno testi di legge nei vari Paesi della Comunità. Il pagamento digitale è un’opportunità e non un pericolo, come affermano molti esperti, e le banche devono esclusivamente approfittarne offrendo ai propri clienti nuove e convenienti soluzioni.