Va a giocare a tennis il giorno dopo essere stato condannato per stupro. Succede a Roma, dove lo psichiatra 71enne Stefano Maria Cogliati Dezza decide di farsi un appassionante partita di doppio al circolo Tennis Parioli, uno dei più esclusivi della Capitale, all’indomani di una condanna a quattro anni e mezzo in primo grado per abusi sessuali su una ragazza di 25 anni. Ma il suo comportamento fa discutere.
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Lo psichiatra condannato per stupro va a giocare a tennis
“Hai letto? Quattro anni per violenze, incredibile!”, dice a bassa voce al telefono una donna mentre vicino a lei è in corso il match di doppio di tennis con protagonista lo psichiatra appena condannato per stupro. E pensare che il professionista in quel circolo fa parte del collegio dei probiviri insieme ad altri quattro soci. Poi un amico lo avverte che fuori degli spogliatoi c’è un giornalista del Corriere della Sera che vorrebbe fargli qualche domanda, lui declina con un guizzo l’incontro.
“È un uomo estremamente elegante. Saluta con il baciamano. Pensi che si scusa quando fa punto sulle palle corte”, commenta una socia ultra sessantenne dopo aver terminato la sua partita di tennis. “Non c’è volta che non ti offra qualcosa quando si passa dalle parti della club house”, ironizza invece un altro socio mentre si trova seduto al bar del Parioli. Qualcuno poi sperava nelle “dimissioni dal circolo” dello psichiatra dopo la condanna per stupro. Ma l’opinione della maggioranza dei soci è opposta. “Si devono aspettare tutti e tre i gradi di giudizio: a volte la verità processuale è diversa da quello che realmente è accaduto. – si sbottona qualcun altro – Io non posso sapere se questo sia o no il caso. Ma per come lo conosco, non avrebbe dovuto ricorrere a questi espedienti con le donne. È un uomo meraviglioso, molto amato”.
Le dichiarazioni dei colleghi del circolo
“Come per Berlusconi, bisogna aspettare la fine dei processi. – chiosa invece l’amico che ha appena terminato la partita di doppio a tennis con lo psichiatra – La Costituzione si rispetta. Qui c’è solamente una condanna di primo grado. Così lo rovini un uomo. Se alla prima sentenza è già colpevole come se fossimo già al terzo grado. Molte volte si è visto come cambiano i verdetti”. E un altro compagno di circolo sbotta: “Non riesco a crederci. È sempre stato carino nei modi e tranquillo. Non so dire con precisione se verrà espulso o meno. Di queste cose se ne occupa il consiglio dei probiviri, di cui lui fa parte”. Chiude il cerchio il manager del circolo Parioli, Claudio Panatta, fratello del più noto Adriano: “Abbiamo delle procedure e verranno prese in considerazione con serietà dal circolo. La notizia la sappiamo da oggi”.
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