Puntare sulla qualità per rialzare in fretta la testa. Questa la ricetta detta dal direttore esecutivo Enit Giovanni Bastianelli, che attraverso le pagine di QN, Quotidiano Nazionale, ha parlato di ottimismo in vista delle sfide che attendono il turismo italiano. “Assistiamo a un adattamento al nuovo scenario. II bisogno di andare in vacanza resta forte, ma quest’anno c’è chi dovrà rinunciare o chi deve convivere con difficoltà economiche legate all’emergenza sanitaria. La maggior parte degli italiani resterà in patria, questa è una prima conseguenza. Un altro cambiamento è legato alle modalità”.
“L’Italia conta mezzo miliardo di presenze all’anno ed è al vertice tra le destinazioni nel mondo. I grandi numeri arrivano soprattutto dalle città d’arte come Roma, Firenze, Venezia e Napoli, quelle che ora soffrono di più proprio perché gli stranieri non arrivano. Non solo: l’Italia è prima in Europa per turisti a lungo raggio: uno su quattro proveniente da Paesi extraeuropei sceglie noi. Ecco perché lo scenario attuale ci penalizza”.
La riapertura delle frontiere? “Va considerato che la maggior parte degli stranieri arrivano in Italia dall’Europa. Un esempio: i turisti di lingua tedesca pesano per il 35%, c’è anche chi viene in auto. Molti Paesi puntano a trattenere i turisti in casa, la scelta di spostarsi dipende da diversi fattori compresa la fiducia. Diverso il discorso che riguarda i Paesi extraeuropei. Prendiamo gli Stati Uniti, secondo bacino di provenienza dopo quello tedesco: almeno fino a ottobre i voli verso l’Italia non ripartiranno. Faremo i conti con un calo dei valori assoluti, il calo degli stranieri non sarà compensato dagli italiani che non andranno all’estero”.
“Le cose cambiano rapidamente, un mese fa riusciva difficile pensare alla vacanze. Vivremo una ripartenza lenta, per il turismo a medio e lungo raggio sarà fondamentale il completo ripristino dei voli. La varietà dell’offerta resta un nostro punto di forza, occorre saper intercettare le nuove esigenze turistiche. Non si tratta soltanto di garantire la sicurezza, ma della capacità di comprendere al meglio le mutate abitudini dei viaggiatori”.
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