Non è la prima volta che Giuliano Cazzola spara a zero contro Vladimir Putin. Qualche giorno fa l’economista si era augurato in diretta tv che il presidente russo facesse la stessa fine di Benito Mussolini. Non a piazzale Loreto, ma nella piazza Rossa di Mosca. Stavolta, ospite in collegamento di Myrta Merlino a L’aria che tira, Cazzola accusa Putin di essere il protettore dei movimenti fascisti europei.
“Se in Europa aumenta il pericolo fascista, questo è anche colpa di Putin. – inizia subito col botto Cazzola – Perché è Putin l’amico dei movimenti fascisti in Europa. È Putin che finanzia la Le Pen ed è contro l’Unione europea. E l’unico partito italiano che ha un patto di fratellanza e di collaborazione con Russia Unita (il partito del presidente russo ndr) è la Lega. E non mi pare che l’abbia disdetto. Non mi pare che il giudizio che danno le forze democratiche di sinistra della Lega sia molto tranquillizzante”, punta il dito contro Matteo Salvini.
“A Borgonovo voglio ricordare il Vietnam. – Cazzola polemizza poi con il vicedirettore de La Verità – Quando l’America faceva la guerra lì, io non stavo con l’America e metà del mondo stava con i vietnamiti che combattevano contro gli americani. Negli atenei americani la lotta era contro l’aggressione americana. Poi le cose si sono aggiustate e l’America ha fatto i conti con se stessa. Ci sono stati dei film che sono stati un processo psicoanalitico. Io nel 1982 ho fatto il comizio del Primo maggio a Santiago del Cile con il sindacato di opposizione a Pinochet”.
“Quando la Cia ha fatto il golpe in Cile, il mondo democratico era con i cileni. – prosegue uno scatenato Giuliano Cazzola – Quelli che avevano la ragione ma non la forza. Quando Reagan ha attaccata Grenada non è che gli abbiamo detto ‘che bravo’. Berlusconi ha portato Putin a Pratica di Mare a firmare un accordo con 19 Paesi della Nato, dove c’erano delle cose molto importanti. Putin ha fatto parte del G8 fino al 2014. Russia e Nato si fecero delle avances reciproche. Sono assolutamente convinto che, se Putin si fosse limitato a riconoscere le repubbliche autonome del Donbass e fosse riuscito a deporre Zelensky, l’Occidente non avrebbe fatto nulla, un po’ di casino e basta”, conclude.
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