La cosiddetta inchiesta Qatargate, condotta da Michel Claise, rischia di allargarsi a macchia d’olio. Coinvolta anche una Ong fondata da Emma Bonino. La magistratura belga nella giornata di domenica 11 dicembre ha convalidato gli arresti di Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figa-Talamanca e della vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili. Rilasciati invece con la condizionale il padre della Kaili e il quarto italiano indagato, Luca Visentini, segretario generale della confederazione internazionale dei sindacati. Perquisita anche l’abitazione di un altro eurodeputato socialista, Marc Tarabella, che però al momento non è stato fermato.
Anche il governo del Qatar, dove sono attualmente in corso di svolgimento i Mondiali di calcio, reagisce alle accuse di aver corrotto i funzionari del Parlamento europeo. “Respingiamo categoricamente qualsiasi tentativo di associarci all’inchiesta”, dichiara il ministero degli Esteri di Doha. Ma il mondo politico e giornalistico italiano punta gli occhi sull’ex europarlamentare del Pd Antonio Panzeri, trovato con 500mila euro in contanti in casa, e soprattutto sulla leader di Più Europa Emma Bonino. Lei si difende rilasciando una breve intervista al Corriere della Sera.
“Non so nulla, aspetto la magistratura che si deve esprimere, credo che lo farà nel giro di pochi giorni”, taglia corto Emma Bonino sull’inchiesta belga. “Immagino che gli abbiano dato un avvocato d’ufficio”, commenta così la notizia dell’arresto di Niccolò Figa-Talamanca, segretario generale della Ong No Peace Without Justice, fondata a Bruxelles proprio dalla Bonino nel 1993 o 94. L’esponente politica ex radicale spiega inoltre che nella sede della sua Ong a Bruxelles vengono a volte ospitate altre organizzazioni non governative “che si occupano di diritti umani. Sono postazioni che vengono affittate con un contributo di 150 euro”.
Ad ogni modo, Emma Bonino nega decisamente di conoscere uno dei protagonisti dell’inchiesta belga, Antonio Panzeri. “Può essere che l’abbia incontrato qualche volta quando ero al parlamento europeo”, rivela al Corriere. A commentare questa vicenda imbarazzante per l’intera istituzione europea c’è anche l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell.
Le “notizie” a proposito dell’indagine sulla presunta corruzione di eurodeputati e assistenti parlamentari ad opera del Qatar sono “molto, molto preoccupanti”. – dichiara Borrell a margine del Consiglio Affari Esteri tenuto a Bruxelles – Ma “c’è un procedimento in corso” e occorre aspettarne l’esito. In ogni caso si tratta di accuse “molto, molto gravi”, conclude il politico socialista spagnolo del Psoe, già presidente del Parlamento Europeo dal 2004 al 2007.
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