Un milione e mezzo di euro in contanti ritrovati nelle abitazioni di due soli arrestati nell’inchiesta cosiddetta Qatargate aperta dalla magistratura belga. Si tratta dei denari ritrovati nelle case dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, e di Antonio Panzeri, ex europarlamentare prima del Pd e poi di Articolo 1, il partito fondato da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema. Nello steso domicilio della Kaili viveva anche il compagno italiano Francesco Giorgi, anche lui arrestato. Ora la polizia di Bruxelles mostra le immagini di tutti i soldi ritrovati e sequestrati ai due principali indagati nell’inchiesta che sta scoperchiando il marcio nascosto sotto al tappeto delle istituzioni europee.
Eva Kaili è stata trasferita da poche ore nel carcere di Haren, che si trova alla periferia nord-orientale di Bruxelles, a poca distanza dall’aeroporto internazionale di Zaventem. Si tratta di un istituto di pena nuovo di zecca, la cui costruzione è stata completata nei mesi scorsi allo scopo di svuotare almeno in parte altri due carceri cittadini: quello di St. Gilles e quello di Forest. Il carcere di Harem può ospitare più di 110 detenuti, di cui il più conosciuto al momento è sicuramente Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto tra i terroristi che diedero l’assalto al Bataclan e ad altri luoghi di Parigi.
“Poche mele marce non possono offendere né distruggere l’immagine costruita nei decenni di un Parlamento europeo che, anzi, dovrebbe avere più poteri, a cominciare dal potere di iniziativa legislativa”, dichiara il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che in passato ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’Europarlamento.
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— Roberta Metsola (@EP_President) December 12, 2022
“Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. – sbotta invece il presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola – Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti. Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco”.
“I nemici della democrazia, per i quali l’esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. – aggiunge la Metsola parlando al Parlamento di Bruxelles – Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi. I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale. Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili”, conclude.
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