Gennaio non rappresenta solo l’inizio del nuovo anno, ma per le famiglie è tempo di iscrizioni alle scuole per l’anno 2018/2019.
Quale indirizzo scegliere che sia idoneo alle predisposizioni del ragazzo? Ma soprattuto: quale scuola garantisce uno sbocco lavorativo sicuro?
Sono queste le domande che affliggono la maggior parte dei genitori italiani, coinvolti più che mai con i figli che devono prendere decisioni valide per il loro futuro.
Internet in questi casi dà una mano. Esistono portali che aiutano a scegliere mostrando dettagliatamente le descrizioni di tutti gli indirizzi e delle relative percentuali di occupazione come Almadiploma o Scuola in chiaro.
Purtroppo non è più questione di essere portati per una o più materie. In tempo di crisi come quella attuale, genitori e figli cercano di individuare quale indirizzo può portare ad un lavoro più sicuro.
Infatti, negli ultimi anni, c’è stata un’impennata di iscrizioni che ha interessato gli istituti tecnici a discapito di quelli liceali. Quindi istituti professionali, e istituti tecnici hanno avuto la meglio sulla formazione liceale. L’Istat conferma la tendenza e Almadiploma fa sapere che il 42 % dei ragazzi che esce da un’istituto professionale trova lavoro ad un anno dalla fine della scuola. Anche i periti godono di una buona percentuale, circa il 31 %. La retribuzione? Va da 800 a 1000 euro nei casi in cui ci sia un contratto fisso o di apprendistato.
I numeri parlano chiaro e oggi genitori e figli richiedono maggiori dettagli. Il portale Eduscopio, della fondazione Agnelli, è stato creato proprio per a tal fine e finora è diventato un importante punto di riferimento del settore. Quali sono i tassi di occupazione? Quali scuole garantiscono una formazione adeguata? Il portale Eudoscopio è in grado di fornire dati e statistiche su tutto il territorio nazionale, favorendo la quantità di informazioni e facilitando la scelta.
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La differenza tra gli istituti professionali e i licei c’è e si vede. Se i primi uniscono competenze pratiche ad una preparazione generale di base, i secondi sono visti come scuole meno pratiche e più tradizionali, come in effetti è. Infatti la maggior parte dei liceali tende ad iscriversi all’università dopo aver conseguito la maturità, e solo il 5% dei “maturati” risulta occupato. Inoltre i contratti a cui vanno incontro sono per la maggior parte precari e il settore nel quale trovano occupazione è quello dei servizi.
Infine la coerenza tra studi e lavoro registrano una percentuale del 41% dei ragazzi che si dicono insoddisfatti di ciò che hanno appreso durante la scuola, che quindi non prepara sufficientemente al mondo del lavoro, già di per sé sempre più sfaccettato e instabile.