Non è la prima volta che il Salone del Libro di Torino finisce al centro delle polemiche per i suoi ospiti. Oltre 20 anni fa, nel 1994, la kermesse finì nel mirino dei familiari delle vittime del terrorismo per la presentazione del libro dell’ex capo delle Brigate Rosse Renato Curcio ‘La mappa perduta’, volume sugli anni di piombo.
L’attacco arrivò all’epoca dall’allora presidente dell’Associazione nazionale vittime del terrorismo e dell’eversione Maurizio Puddu che accusò il volume di ‘apologia di terrorismo’ e che poi presentò anche una denuncia in procura nei confronti dell’ex brigatista. Curcio dal canto suo replicò alle dichiarazioni di Puddu con un secco ”ognuno è libero di esprimere le proprie valutazioni”.
Dodici anni dopo, nel 2006, è stata la volta della brigatista rossa Adriana Faranda che sempre tra le polemiche portò al Salone il suo ‘Il volo della farfalla’. Anche in quell’occasione ci furono diverse contestazioni. Roberto Ravello per Alleanza Nazionale Torino, Maurizio Marrone di Azione Giovani e Augusta Montaruli per Azione Universitaria organizzarono una protesta silenziosa sottolineando di ritenere “vergognoso che gli enti locali finanzino la passerella di una persona che ha giocato un ruolo importantissimo negli anni più bui della storia della Repubblica Italiana”.
“E’ offensivo – dissero – nei confronti della memoria dei caduti sotto il piombo brigatista, oltre che lesivo della dignità delle famiglie delle vittime degli anni di piombo”. La sua presenza al Lingotto fece infuriare anche i parenti di Aldo Moro, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Ferdinando Imposimato che scrissero una lettera all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Altaforte lascia il Salone del libro: stand smantellato dopo le polemiche