Sono i primi a puntare forte sulle alghe marine in agricoltura. L’idea è di Ottavio Larini e Valentino Russo, rispettivamente di 32 e 30 anni, che sono i fondatori della start up South Agro.
La loro impresa nasce a Taranto, dove i due hanno deciso di sfruttare le alghe come soluzione all’eccessivo uso di fertilizzanti, alla minore fertilità dei suoli, allo stress idroclimatico e, non ultimo, alle fioriture delle alghe sempre più presenti nelle coste italiane. Con i loro biostimolanti algali hanno vinto recentemente il premio della categoria Cleantech&Energy per la Start Cup 2016 Puglia, perché consentono di ridurre il consumo di fertilizzanti chimici e aumentare contestualmente la resistenza ai cambiamenti climatici e alle malattie. Una scelta ecosostenibile, quella di South Agro, che abbraccia la green economy, modello economico che sempre più negli ultimi anni si sta diffondendo in contrapposizione alla brown economy, che invece si basa essenzialmente sullo sfruttamento delle risorse naturali ed una scarsa attenzione alle conseguenze devastanti delle attività antropiche nei confronti dell’ambiente.
Le alghe marine come risorsa
In una prima fase del lavoro – svolto in collaborazione con l‘Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Cnr di Taranto – il team di South Agro dovrà fornirsi di alghe marine importate per ottimizzare il processo di estrazione. Ma il prossimo step è raccogliere direttamente le alghe dalle coste nazionali, aiutando in questo modo anche le amministrazioni pubbliche che vivono lo spiaggiamento annuale delle alghe marine come un problema.
Tre gli obiettivi principali del progetto:
- rivalutare una risorsa come l’alga, oggi intesa come rifiuto da smaltire in discarica;
- migliorare la produzione agricola con biostimolanti ecologici;
- migliorare l’assorbimento dei nutrimenti da parte delle piante, riducendo l’esposizione alle malattie.
L’uso delle alghe differenzia i prodotti del team pugliese dagli altri biostimolanti organici in commercio. Diverso è anche il processo di estrazione, il prezzo al consumatore e il target di mercato. South Agro punta innanzitutto ai privati, i “pollici verdi” e gli urban growers. Ma intendono anche lavorare su scala più vasta, per il comparto agricolo e florovivaistico; un passaggio che richiederà lo sviluppo di un macchinario estrattivo per processo industriale.
Il mare che nutre la terra, questo il loro principio ispiratore, che hanno voluto recuperare da una tradizione antica, come la pratica di spargere alghe marine sotto le colture. Il team cita spesso il tribuno romano Lucio Giunio Colummella, che già nel I secolo d.C., nel suo “De Re Rustica” menzionava tale pratica. Portata avanti per secoli, fino agli anni ’50 del secolo scorso, poi superata dai fertilizzanti chimici e oggi riscoperta.