Sono ormai due mesi che gli italiani hanno messo in standby le loro vite, costretti in casa in quarantena. Pur nella situazione drammatica in cui ci trovavamo, in molti hanno creduto che il lockdown imposto dal governo potesse essere l’occasione giusta per tirare un po’ il fiato, spezzare la routine, concederci qualche ora di sonno in più, dedicarci alla nostra famiglia, all’abitazione, agli hobby. A distanza di parecchie settimane, però, iniziamo ad accusare il colpo: le restrizioni e l’isolamento sociale stanno mettendo a dura prova i nostri nervi. E per chi vive con un bambino autistico, stare costantemente tra le 4 mura della propria abitazione può portare enormi difficoltà ad un nucleo familiare, e molti genitori che si trovano al momento in questa situazione stanno denunciando l’assenza dello Stato nei loro confronti. É il caso ad esempio di Sara Anzellotti, di Lecco, madre di un bimbo autistico di 8 anni e di una figlia adolescente, che ha parlato della sua difficile situazione di quarantena in casa a Il Correre della Sera. “Cosa dovrei fare? Legarlo ad una sedia?”, ha affermato la donna esasperata dalla situazione stressante. Sara Anzellotti ha 42 anni ed è mamma di tre figli, di cui uno autistico, è un mix micidiale di rabbia, delusione, stanchezza. Dal 23 febbraio è chiusa in casa, a Rubbiate, in provincia di Lecco, con la sua famiglia. Il marito, che lavora nell’edilizia, è in vacanza forzata, la figlia 17enne si barcamena tra le lezioni di didattica a distanza e le difficoltà dell’adolescenza, la piccolina di 7 anni cerca attenzione, vorrebbe vedere gli altri bambini, e Leo, il suo adorato Leo, otto anni, è “abbandonato”.
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