Uno studio che solleva ombre inquietanti su un farmaco particolarmente utilizzato nel mondo Occidentale, la pillola anticoncezionale. E che però rischia di essere completamente ignorato, nonostante i pericoli siano, almeno stando ai risultati, serissimi. Come riportato dal Gazzettino, infatti, una ricerca realizzata dall’Università di Oxford e pubblicata sulla rivista Plos Medicine rivelerebbe come “il rischio relativo di sviluppare cancro al seno aumenta di circa il 20-30% in chi assume la pillola anticoncenzionale, combinata (estrogeno-progestinico) ma anche con semplice progestinico, ovvero la mini-pillola”. Risultati, quelli dell’istituto britannico, tutt’altro che rassicuranti. Di fronte ai quali, però, gli enti regolatori al momento non hanno modificato le proprie linee guida. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo studio ha messo a confronto i dati di 9.498 donne con una diagnosi di cancro al seno invasivo prima dei 50 anni con quelli di 18.000 coetanee sane. Quasi la metà delle pazienti colpite da tumore (circa il 44%) aveva assunto contraccettivi ormonali, di solito nei tre anni precedenti la diagnosi della grave malattia, rispetto al 39% nel gruppo sano. (Continua a leggere dopo la foto)
Angelo Francesco Filando, presidente dell’Associazione ginecologi ostetrici cattolici, ha commentato così i risultati: “Tutti i contraccettivi ormonali aumentano il rischio di tumore. Lo studio in questione non è chiarissimo, ma questa percentuale è molto alta. Certo, da quanto si legge non è un valore assoluto. Però è un aumento rispetto a quanto già noto in letteratura”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un allarme lanciato mentre Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha iniziato una campagna promettendo questi contraccettivi alle donne, non per tutte le formulazioni, minimizzando sui possibili effetti collaterali. “Sembra che l’unico obiettivo – ha commentato Filando – sia dimostrare che la progestinica, meno usata, abbia efficacia ed effetti collaterali dell’estroprogestinica”.