Situazione esplosiva nel M5S a pochi giorni dall’apertura delle votazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. O, almeno, così riferiscono i retroscena pubblicati da alcuni organi di stampa, tra cui il Corriere della Sera. “Manca solo l’apertura a Berlusconi, del resto Conte ha già detto che ha fatto cose positive”. È questa l’atmosfera, raccontata al giornale da una fonte interna, che si respirerebbe nel Movimento alla vigilia di una cruciale riunione dei parlamentari pentastellati che dovranno decidere una linea comune per la corsa al Quirinale. Intanto, però, nel pallottoliere a 5 stelle sono già finiti i nomi del premier Mario Draghi, del presidente uscente Sergio Mattarella, chiamato al bis, ma anche di una non meglio precisata donna.
Come annunciato dal presidente della Camera Roberto Fico, la prima votazione per stabilire chi sarà il successore di Mattarella al Quirinale si terrà nella giornata di lunedì 24 gennaio. Il M5S, nonostante le numerose defezioni patite nel corso della legislatura, resta comunque il gruppo che può contare sul maggior numero di parlamentari. Il problema è che i pentastellati non si stanno dimostrando affatto compatti.
Appena una decina di giorni fa, Giuseppe Conte dichiarava di non sapere “che intenzioni abbia Draghi. Ma candidarsi al Colle appare improprio, non la vedo una sua autocandidatura”. Insomma, una bocciatura del trasferimento del premier da Palazzo Chigi al Quirinale. Il leader del M5S decide invece di aprire ad una candidatura di una donna, anche se non ne specifica il nome. Proposta subito sposata da Paola Taverna, ma respinta al mittente da Vincenzo Spadafora con un laconico “ho letto anche nomi che non credo siano votabili per il Movimento”.
Torna allora in voga il nome di Draghi. Anche se sono innumerevoli le dichiarazioni di esponenti pentastellati che lo preferirebbero decisamente ancora alla guida del governo per portare a termine la legislatura. L’ennesimo colpo di scena arriva quando l’assemblea dei senatori. Riunita per discutere proprio dell’argomento, tira fuori dal cilindro la proposta di un Mattarella bis. Non si capisce ancora se in maniera strumentale, visto che il capo dello Stato ha fatto intendere a più riprese di non essere disposto a seguire le orme del suo predecessore Giorgio Napolitano.
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