Matteo Salvini arriva a Palermo alla vigilia del processo Open Arms. Il leader della Lega partecipa a un convegno sul Made in Italy. Ed è in questa occasione che riapre per l’ennesima volta l’argomento Quirinale. Salvini prende le distanze da Giorgia Meloni che qualche giorno fa ha invocato un presidente “patriota”. Ma bacchetta anche Enrico Letta che ha escluso i leader di partito come Silvio Berlusconi dalla corsa al Colle.
“In Italia ci sono 60 milioni di patrioti. Non sto lì a guardare l’aggettivo. Aspetterò i miei colleghi, che mi hanno detto tutti sì, attorno a un tavolo per ragionare”, dichiara Salvini da Palermo chiudendo all’ipotesi della Meloni. “Io ho chiamato tutti, da destra a sinistra, per incontrarci intorno a un tavolo e non litigare sui giornali e soprattutto non partendo escludendo qualcuno. Chi sono io per escludere qualcuno? Chi è Letta per escludere qualcuno?”, protesta nei confronti del segretario del Pd.
“Rinnoverò il mio invito anche prima della fine dell’anno se il Parlamento approverà la legge di bilancio. – minaccia poi Salvini i colleghi parlamentari – Sono disposto a trovarci il 27, il 28, il 29 e il 30 per eleggere il presidente della Repubblica perdendo meno tempo possibile e litigando il meno possibile. Non ho voglia di eleggerlo con dichiarazioni sui giornali. Spero che i sì che ho raccolto diventino una risposta concreta. Poi tutti hanno diritto di candidarsi, ma il centrodestra parte con la maggioranza dei voti e la maggioranza in Italia”, puntualizza.
Poi, la discussione vira verso il processo per sequestro di persona che lo attende dopo poche ore. “Rispetto i giudici che incontrerò in aula. – tuona Salvini – Rispetto di meno quei parlamentari di sinistra che hanno scelto di mandarmi a processo per un atto politico, per aver svolto il mio dovere da ministro che era quello di difendere i confini”, conclude il segretario del Carroccio.
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