Quota100 al contrario. Era stata pensata soprattutto per far andare in pensione i lavoratori precoci del Nord Italia, e invece sono i dipendenti pubblici a precipitarsi sulla riforma. Delle 42.397 domande finora arrivate all’Inps 16.510 vengono dal settore privato, 13.950 dal pubblico. Una differenza modesta, con una proporzione che non rispecchia i numeri assoluti, dal momento che i dipendenti pubblici sono poco più di 3 milioni, quelli privati quasi 15…
“È abbastanza sorprendente che sia il pubblico impiego che chiede di accedere alla misura, se le domande dovessero aumentare potrebbero anche essere congelate”, osserva Antonio Schizzerotto, sociologo, professore emerito all’Università di Trento, da sempre attento studioso delle disuguaglianze nella società.
In testa finora il Sud, con 17.000 domande, un bel po’ di più rispetto alle 14.394 del Nord e alle quasi 11.000 del Centro. Anche in questo caso, non viene rispettata la proporzione tra occupati, che nel Mezzogiorno sono di meno. Ma forse è proprio questa una delle ragioni: sessantenni usciti dal mercato del lavoro in anticipo potrebbero cogliere al volo l’opportunità di avere almeno la pensione.
L’altra ragione potrebbe essere la concentrazione di dipendenti pubblici nel Mezzogiorno: nella graduatoria delle città c’è in testa Roma con 3.383 domande, seguita da Napoli con 2.069 e Milano con 1.598. Tra le città con oltre 1000 domande spiccano Palermo, Catania e Bari, per il Nord c’è Torino.
Inattesa la consistenza delle domande di artigiani e commercianti: sommate arrivano a quasi 7.000. Difficile pensare che questa categoria di pensionati venga sostituita da giovani lavoratori, considerate le difficoltà del settore, soprattutto al Sud. In generale, è difficile pensare che Quota100 favorirà i giovani nella misura ipotizzata dal governo: l’ipotesi che ci sia una corrispondenza 1 a 1 tra pensionato e lavoratore non regge.
Non ci sono investimenti industriali, il lavoro è sempre più precario, molte attività svolte dai pensionandi sono scomparse o stanno per scomparire, se il ricambio sarà del 50% sarà già un successo, osservano gli esperti. Quota100 e Reddito di cittadinanza hanno la stessa filosofia: siccome non c’è lavoro, al lavoratore stanco do la pensione, e al giovane se non riesco a dare il lavoro do almeno dei soldi. Un’operazione che avrà conseguenze tragiche.
Ti potrebbe interessare anche: Napoli, boom di cambio di residenza per il reddito di cittadinanza. Uffici impazziti