Sempre in mano o comunque in tasca e sul comodino. Gli smartphone sono ormai diventati un’appendice del nostro corpo. Ne facciamo spesso un uso smodato, e gli effetti sulla salute non sono ancora noti fino in fondo, visto che saranno necessari decenni prima di comprenderli. Quello che è certo è che cellulari, smartphone e tablet sono fonti di campi elettromagnetici, ed è importante fornire alcuni consigli pratici per usare al meglio i dispositivi in questione ed evitare eccessive esposizioni ed evitare conseguenti danni biologici all’individuo. Dagli studi realizzati negli ultimi anni sui rischi dell’esposizione prolungata alle radiazioni degli smartphone, tra le patologie più diffuse sono emerse le emicranie, insonnia e sonnolenza, nervosismo, rumori auricolari e dolori alle viscere. Nei casi più gravi invece, le patologie causate dall’elettromagnetismo rilevate dai medici di tutta Europa sono difficoltà di apprendimento e concentrazione, disturbi comportamentali soprattutto nei bambini, alterazione della pressione arteriosa, dei ritmi cardiaci, infarto e ictus in persone sempre più giovani, alzheimer ed epilessia.
La prima regola è la distanza
Tra le cattive abitudini a cui non diamo peso e che andrebbe assolutamente eviatata, la più diffusa è quella di tenere i cellulari a contatto con il corpo. Dunque no allo smartphone infilato nelle tasche dei pantaloni o nel taschino della camicia, ma anche evitare di lasciare il cellulare acceso troppo vicino alla testa quando si dorme. Se di notte è proprio necessario averlo in camera da letto è preferibile attivare la modalità aerea e porre il dispositivo a una distanza superiore a 1 metro.
Quando possibile, è buona abitudine spegnere la connessione wireless dal modem e utilizzare il più possibile quella via cavo. Nella versione wi-fi, stare a una distanza superiore a 1 metro dal modem nelle fasi di upload e download, mentre in ambienti con più utenti collegati alla rete wireless, sostare lontani dal dispositivo più vicino almeno di 80 cm, in modo da evitare esposizioni da altre sorgenti vicine. Per vedere dei video invece, meglio scaricarli in locale e mettere lo strumento in modalità aerea. Per quanto riguarda il router di casa o del proprio ufficio, quest’ultimo dovrebbe essere posizionato ad almeno 1 metro di distanza dalla postazione di lavoro.
Per le chiamate sono meglio gli auricolari
A mantenere la giusta distanza dal dispositivo che emana più radiazioni in modalità di chiamata, un aiuto può arrivare dall’utilizzo con l’auricolare, il vivavoce e il ricorso agli sms ogni volta che è possibile. Ad ogni modo, meglio effettuare chiamate di breve durata, sotto i 5 minuti, e alternare l’orecchio. Inoltre bisogna tenere a mente che quando la linea è disturbata o il segnale è debole (ad esempio in ascensore) il device lavora a piena potenza, dunque anche l’emissione di radiazioni è massima anche quando componiamo un numero di telefono. Quindi in casi come questi di assenza del segnale, è meglio evitare di fare chiamate e tenere il dispositivo lontano dalla testa fino alla risposta. Se possibile, si può optare per la linea telefonica fissa via cavo che non genera radiazione elettromagnetica.
I bambini
L’utilizzo di smartphone e tablet dovrebbe essere vietato, o quanto meno limitato il più possibile, a bambini e adolescenti in quanto il loro corpo ancora in fase di sviluppo, assorbe maggiormente le radiazioni elettromagnetiche rispetto a un adulto. La regola di base, comunque, è: l’inquinamento elettromagnetico da cellulare scompare semplicemente spegnendo il telefono.
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