Anche Raffaella Carrà dice la sua sull’attuale situazione politica e sociale italiana. Sta per tornare in tv, con un nuovo programma che partirà il 28 marzo, in una veste esclusiva: intervisterà personaggi del nostro tempo e non sarà dunque protagonista del tradizionale show con canti e balli. Lo ha rivelato in una intervista a Vanity Fair. Raffaella, 75 anni, rivoluzionaria signora della tv, parla del suo ritorno dopo un lungo periodo di assenza, e della necessità del rinnovarsi rispetto al ruolo di showgirl a cui gli spettatori sono stati abituati.
“Se sei sempre lì non ti rinnovi mai. Sempre la stessa faccia, la stessa espressione, lo stesso birignao. La tv, per farla bene, devi vederla anche da fuori. Devi capire dove vivi, chi c’è per strada, chi ha le mani sul telecomando e la sera sceglie proprio te. E se si scordano di te, significa che forse della tua presenza si poteva fare a meno”.
La Carrà è stata infatti anche definita “signora del no” per aver rifiutato diverse proposte dalla Rai. Al settimanale ha confidato anche le sue paure: teme che il pubblico possa non apprezzare la “nuova” Raffaella. “Dopo un’ora e mezza in cui non mi vede cantare, ballare e cazzeggiare temo dica ‘che palle’. Lo spettacolo saranno le parole e in questo momento di omologazione anche televisiva, di reality tutti uguali fatti di nulla, che portano in primo piano la superficialità, una trasmissione di parola, di scambio e di confessioni, mi sembra sia qualcosa di giusto”.
“Oggi in tv vedo naufraghi con un filo nel sedere o con i seni rifatti da cui spunta un capezzolo. Non giudico perché non sono mai stata moralista, però che vogliano mostrare filo e capezzolo è evidente. Oggi in tv c’è più libertà, ma è una libertà soprattutto di parola. Noi parolacce non le dicevamo, oggi basta mettere una qualunque trasmissione e se non dici vaffanculo ti guardano anche male.
Conclude poi con una considerazione sull’attuale governo gialloverde, sulla sua mai celata simpatia per i Cinque Stelle e sulla posizione dell’Italia in Europa: “I Cinque Stelle si sono resi conto anche loro che criticare è più facile che fare le cose. Ora abbiamo questa cosa gialloverde e io credo che tutti dovremmo augurarci che funzioni al meglio”.
“Spero che abbattano la burocrazia e che si facciano sentire duramente in Europa, far capire che di questa storia dei migranti devono occuparsene tutti. Sapere che 40 migranti stanno male, o che nessuno si mobilità per l’Africa: questo mi fa stare male”.
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