Momenti di forte tensione davanti alla sede della Rai di Napoli, in viale Marconi, per la manifestazione organizzata in mattinata dopo le polemiche seguite all’esibizione di Ghali a Sanremo e per chiedere lo stop del conflitto a Gaza. Alcuni manifestanti hanno tentato di affiggere uno striscione ma il tentativo è stato bloccato dalle forze dell’ordine con spintoni e manganellate. Ci sono feriti, tutti non gravi: 5 manifestanti e 5 agenti.
Molti hanno tra le mai la scritta “IsRAIele” Altri indossano maschere dell’alieno che ha accompagnato sul palco dell’Ariston, il cantante mentre l’acronimo Rai è diventato “Rai televisione IsRAIeliana”.
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La protesta
Gli attivisti denunciano: “Ancor prima che si potesse creare una delegazione per chiedere un’intervista il presidio è stato violentemente caricato, provocando diversi feriti. Ancora una volta pare che qualsiasi tipo di discordanza con la narrazione dominante che vede Israele come unica democrazia del Medio Oriente venga non solo censurata, come è successo a Ghali durante il festival di Sanremo, ma addirittura repressa violentemente con polizia e manganelli contro manifestanti pacifici. Tra l’altro un ultimo sondaggio dimostra che oltre l’80% degli italiani vogliono un immediato e permanente cessate il fuoco“.
“Le immagini che giungono da Napoli, dove all’esterno della sede Rai era stato organizzato un presidio a sostegno della causa palestinese, sono sconcertanti. Dalle prime ricostruzioni la risposta delle forze dell’ordine ai manifestanti appare del tutto sproporzionata. La misura è colma. C’è un clima irrespirabile di regime. Chiediamo a Piantedosi di assumersi la responsabilità di quanto è venuto a Napoli e di chiarire cosa abbia reso necessario una simile reazione”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai.
“Stamattina ero davanti alla Rai di Napoli per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio”, ha scritto sui social l’ex sindaco, De Magistris.