Massimo Giletti ha cacciato dallo studio di Non è l’Arena l’ex brigatista rosso Raimondo Etro. Il motivo? Aver pronunciato una frase choc: “Meglio mani sporche di sangue che di acqua”. La frase è tratta da un romanzo di Graham Greene, con un riferimento alla vicenda di Ponzio Pilato che, per non decidere sulla morte di Cristo, si lavò le mani con l’acqua, in uno dei gesti più iconici della storia dell’umanità. Il fatto di sporcarsi le mani di sangue era stato inteso come la decisione di dedicarsi alla lotta armata, piuttosto che restare inermi. Una frase molto forte che è stata interpretata in maniera letterale, considerato il passato di Etro, che ha subito una condanna a 20 anni nell’ambito del processo sul sequestro di Aldo Moro.
“Questa frase è inammissibile, ci sono persone che hanno perso la vita”. Subito è scattata l’indignazione tra gli ospiti della trasmissione di La 7 come Luca Telese e Daniela Santanché, esponente di Fratelli d’Italia. E proprio loro hanno chiesto l’allontanamento di Etro dallo studio. “Non avevo altra alternativa che indicargli l’uscita”, ha detto Giletti subito dopo e dal momento che non erano arrivate le scuse di Etro.
Raimondo Etro ha partecipato all’organizzazione del sequestro di Aldo Moro, che portò alla strage di via Fani. Partecipò anche all’assassinio del giudice Riccardo Palma, ma all’ultimo momento rifiutò di sparare. Il 16 luglio 1996, nel processo Moro-quinquies, i giudici della seconda Corte d’Assise lo condannano a 24 anni e sei mesi per concorso nel sequestro e nell’omicidio di Aldo Moro e nell’eccidio della scorta mentre Germano Maccari viene condannato all’ergastolo.
Il 19 giugno 1997 la Corte d’assise d’appello riduce a 30 anni la condanna per Maccari e conferma quella per Etro a 24 anni e sei mesi. Il 28 ottobre 1998, nel processo Moro quinquies, la prima Corte d’Assise d’appello di Roma condannava Raimondo Etro a 20 anni e 6 mesi e Germano Maccari a 26 anni, riducendo le condanne precedenti.
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