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Reddito di cittadinanza: arriva obbligo di trasferimento. Se non accetti, perdi l’assegno

Il reddito di cittadinanza è una grana non da poco. Soprattutto per le casse dello Stato, certo, ma non pensiate che non lo sia anche per il Movimento 5 stelle. Adesso i grillini hanno bisogno di rassicurare tanto la Lega quanto il mondo dell’impresa, e quel nord che Luigi Di Maio non manca occasione di andare a visitare, che il reddito di cittadinanza non porterà le persone a oziare sul sofà, ma le spingerà a trovare un’occupazione. In virtù di questa impostazione di “politica attiva del lavoro”, il vicepremier tira fuori l’asso nella manica, la fregatura delle fregature per chi aveva creduto tanto in questo benedetto reddito di cittadinanza.

Ebbene, chi usufruirà del reddito di cittadinanza sarà costretto ad accettare anche offerte di lavoro provenienti da centinaia di chilometri di distanza. Arriva infatti l’obbligo di trasferimento per non perdere l’assegno: la prima offerta dovrà essere in un raggio di 100 chilometri, la seconda di 250 e la terza potrà provenire da qualunque zona d’Italia, indipendentemente dalla residenza del beneficiario.

 

Ve li ricordate loro, i grillini, che casino che fecero con il concorsone di Renzi per la scuola? Quello in cui si stabilizzarono 15mila insegnanti? Perché c’era la possibilità di spostarsi per trovare l’incarico in un’altra zona… Bene, sarebbe da ricordarglielo ora. Con la differenza che almeno lì andavi a trovare un lavoro vero, e un contratto, non un sussidio. Intanto slitta anche il decreto ufficiale, non lo vedremo più, come annunciato, subito dopo Natale, ma a gennaio.

Circolano alcune bozze del testo che potrebbe cambiare la misura voluta dal Movimento 5 Stelle e per cui sono stati stanziati 7,1 miliardi con la legge di Bilancio. Da una parte si vuole dare centralità al ruolo delle imprese, come spiegato da alcuni esponenti della Lega negli scorsi giorni, dall’altro si punta a costringere il beneficiario ad accettare offerte di lavoro anche in luoghi molto lontani dalla città di residenza.

Cambia dunque il sistema delle offerte di lavoro. Inizialmente si prevedeva la fine dell’assegno per chi rifiutava tre offerte, elemento rimasto anche oggi nella versione delle ultime ore. Non ci sarà l’opzione dell’offerta congrua né la vicinanza a casa come requisito essenziale del lavoro proposto. Chi, quindi, decide di rifiutare un trasferimento anche a centinaia di chilometri di distanza, perderà il reddito (ops!)

Per quanto riguarda i centri per l’impiego, la rivoluzione annunciata e attesa probabilmente non arriverà in tempo per l’avvio della misura (ops!), prevista per la primavera. C’è poi la questione dei navigator, coloro che si occuperanno di aiutare i disoccupati, che devono ancora essere assunti (ops!). All’inizio infatti si pensa anche di affidare alcuni compiti ai centri privati, operazione che ovviamente avrà un costo aggiuntivo (ops!). Beato chi gli ha creduto…

 

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