Anche le persone senza fissa dimora e i nomadi potranno ottenere il reddito di cittadinanza. Un’idea che Il Giornale si è fatto a partire da una recente dichiarazione del vicepremier Luigi Di Maio e che ha subito acceso un forte dibattito sui social. Tutto è nato quando, durante il question time, il leader Cinque Stelle ha risposto così a un’interrogazione di Alessio Butti di Fratelli d’Italia: “La misura non esclude i senza fissa dimora, considerato che l’iscrizione all’anagrafe costituisce nel nostro ordinamento un diritto soggettivo oltre che uno strumento di accesso alle prestazioni sociali e assistenziali, sanitarie nonché alle politiche del lavoro”.
Secondo Di Maio “
erogarlo ai senza fissa dimora serve per andare incontro alle migliaia di italiani sfrattati e senza reddito che vivono per strada o in auto a causa di decenni di austerity”. Il Giornale scrive in tal proposito di stime sulla popolazione rom e sinti presente in Italia tra le 120mila e le 180mila persone, delle quali il 43% pronto a ricevere il cittadinanza italiana. Poiché sono 26mila i nomadi che vivono in condizioni di emergenza abitativa nelle baraccopoli, si può presumere che circa 11mila siano già in condizione di accedere al reddito, ma anche coloro che risiedono nelle case popolari potrebbero essere in grado di aspirare alla carta Rdc.
Per i senza tetto, scrive sempre la testata, il discorso è molto simile anche se le statistiche sono un po’ datate: sarebbero oltre 50mila il 58% dei quali di origine straniera. Subito all’attacco Giorgia Meloni: “In Parlamento lavoreremo per modificare questo provvedimento e se non dovessimo farcela e quando usciranno le graduatorie scoprissimo che sono piene di nomadi, immigrati e parcheggiatori abusivi, allora raccoglieremo le firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza”.
La Meloni ha poi aggiunto: “Noi pensiamo che l’Italia abbia bisogno del lavoro di cittadinanza, ovvero di mettere chi è in condizione di povertà nella possibilità di crescere e avere un proprio reddito”. Una polemica arrivata a poche ore dalla nomina di Mimmo Parisi a presidente dell’Anpal, l’agenzia statale delle politiche attive per il lavoro che dovrà occuparsi di reclutare i navigator.
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