Il governo Meloni pronto a rivedere il Reddito di cittadinanza, ma senza cancellarlo di colpo, almeno per i percettori che sono ritenuti idonei al lavoro.
“Il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare, un po’ come con la Naspi”, l’indennità di disoccupazione.
L’idea, spiega il sottosegretario leghista Claudio Durigon al Corriere della Sera, è quella di un percorso per tappe: “dopo i primi 18 mesi di Reddito, si può andare avanti al massimo per altri due anni e mezzo, ma con un décalage”.
Dopo un anno e mezzo, se il percettore non ha trovato un lavoro, l’assegno viene sospeso e si passa per sei mesi in un percorso di politiche attive del lavoro, che prevede per esempio corsi di formazione.
Per le politiche attive saranno coinvolte maggiormente le agenzie private e rafforzati gli incentivi per chi riesce a collocare al lavoro le persone in cerca di un’occupazione.
Il sottosegretario leghista Claudio Durigon chiarisce che si tratterà di un percorso a esaurimento, con rinnovi per periodi di tempi sempre più brevi.
Il Reddito di cittadinanza decadrà del tutto poi dopo un solo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua. In questo momento si perde l’assegno dopo due rifiuti.