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Mafiosi col Reddito di cittadinanza, retata ad Agrigento. Fregati allo Stato 300mila euro

Passate le Regionali, con il tracollo del Movimento 5 Stelle, il premier Conte per primo ha fatto sapere di voler cambiare il Reddito di cittadinanza perché “così non funziona”. E di giorno in giorno si scoprono nuovi casi di piccoli o grandi evasori, piccoli o grandi furbetti. Del resto, che sarebbe andata a finire così in Italia, lo sapevano tutti, fin dall’inizio. Ed è di oggi, 29 settembre 2020, l’ennesima notizia di alcuni boss mafiosi beccati a intascare il Reddito di cittadinanza. Nonostante avessero precedenti per reati legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso, percepivano indebitamente il sussidio.

Lo ha scoperto la guardia di finanza che ad Agrigento ha sequestrato 11 social card ad altrettante persone. Secondo una prima stima, il danno accertato per le casse pubbliche sarebbe di 300mila euro. Gli indagati sono in tutto 69. Segnalati all’Inps – Gli inquirenti hanno accertato che gli indagati avevano avanzato e ottenuto, senza averne titolo, istanza per il reddito di cittadinanza. Queste persone sono state, inoltre, segnalate all’Inps, che ha fornito una preziosa collaborazione, per la revoca dell’erogazione del contributo illecitamente riscosso.

Sono in corso, secondo il procuratore capo Luigi Patronaggio, ulteriori indagini per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza, sia per l’esistenza di condizioni soggettive ostative alla erogazione sia per l’esistenza di concomitanti rapporti di lavoro “in nero”. Al momento gli indagati sono 69 ma le ulteriori indagini, se dovessero confermare le ipotesi investigative formulate dalla procura, porterebbero a numero maggiore di indagati.

Conte ha promesso una “stretta” e soprattutto la nascita di un sistema che arrivi davvero a mettere in relazione le richieste di lavoro con i richiedenti. Altrimenti così il sussidio diventa mero assistenzialismo senza generare nulla. Insomma, per come lo avevano messo in piedi i 5 Stelle, il Reddito di cittadinanza si è rivelato un fallimento. Ma all’epoca dovevano correre. Salvini aveva varato Quota100 e loro non potevano perdere tempo. E così è stata data vita a una procedura assistenzialistica con molti margini di errore. E questi sono (solo alcuni) dei risultati.

 

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