Carlo Calenda prende una posizione nettamente in contrasto con quella del Movimento Cinque Stelle, annunciando il suo voto per il “No” al referendum sul taglio dei parlamentari e andando all’attacco della galassia grillina, con particolare riferimento a Luigi Di Maio. Il leader di Azione ha scritto infatti un post in cui ammette come i processi legislativi, nell’Italia di oggi, siano “complicati, farraginosi, lunghi” spiegando anche, però, che la modifica voluta dai pentastellati “non risolve questo problema”.
“Perché in primo luogo quello che succederà è che un Senato molto più piccolo della Camera con 200 membri, che deve fare lo stesso lavoro della Camera, porterà, per esempio per quanto riguarda il lavoro delle Commissioni, ad un allungamento dei tempi. Probabilmente le Commissioni andranno fuse dovranno fare molte più materie una singola Commissione: e questo renderà il lavoro ancora più farraginoso. In secondo luogo quando si riduce il numero dei parlamentari inevitabilmente la qualità dei parlamentari stessi peggiorerà” visto che sono scelti dai partiti e non direttamente dagli elettori.
“Quando saranno tagliati i parlamentari e saranno di meno, secondo voi i segretari di partito chi taglieranno? I fedelissimi o quei pochi parlamentari di qualità che rappresentano la società civile e che vengono da fuori? La risposta credo sia abbastanza semplice. Aggiungo anche un elemento: avremo un Parlamento che è più distante dai cittadini, perché un parlamentare rappresenterà 151 mila cittadini italiani e questo farà si che ancora di più di oggi, sarà il numero più ampio che ci sarà in Europa. Quindi la distanza sarà la distanza maggiore che in Europa e questo farà si che il parlamentare sarà sempre meno conosciuto dal cittadino che lo può votare”.
Nell’auspicare strade diverse, come il ritorno alle preferenze, Calenda ha aggiunto poi che “questo referendum è una pagliacciata, ed è una pagliacciata portata avanti da un Movimento che ha fondato tutto il suo racconto sul limite dei due mandati” per poi “rimangiarselo”. “Oggi hanno bisogno di questo referendum che scasserà le istituzioni italiane per rifarsi in qualche modo il belletto, per ridire agli elettori: ‘Guardate noi siamo quelli contro la casta’. Ma la realtà è che la casta vera è avere persone in Parlamento come Luigi Di Maio, che non hanno mai fatto niente in vita loro e che per una serie di ragioni di accidenti della Storia sono arrivati lì”.
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