«Se il referendum passa, i 500 milioni di euro risparmiati sui minori costi della politica potremmo metterli sulla povertà e darli a chi non arriva a fine mese». Con queste parole il premier Matteo Renzi cerca di strappare qualche ulteriore Sì al referendum che si terrà probabilmente il prossimo novembre. E alla minoranza dem che ancora rema contro le riforme costituzionali firmate Boschi, il premier ammette il mea culpa: «Ho sbagliato a personalizzare».
Maria Elena Boschi: “Chi invita a votare No vuole buttare due anni di lavoro”
Anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi interviene sul referendum costituzionale, affermando che «chi invita a votare No non rispetta la consultazione e butta via due anni di lavoro e le sei votazioni con maggioranze vicine al 60% tramite le quali il Parlamento ha dato il suo via libera al referendum».
Ancora dura opposizione della minoranza dem
Ma la minoranza dem non si piega alla pressioni Renzi-Boschi, e tiene ancora duro sbandierando le ragioni del No: «Gli ultimi sondaggi dicono che un elettore su tre del centrosinistra è orientato per il No. Mi pare che non si possa continuare a negare l’evidenza, quindi evitiamo di militarizzare la propaganda», invita Federico Fornaro.
Nico Stumpo non condivide invece l’idea che le Feste dell’Unità diventino occasione per fare propaganda per il Sì: «E’ innegabile che la posizione del Pd sia per il sì – dice Stumpo – ma non possiamo negare al tempo stesso che c’è tanta parte del Pd che non è concorde con questa posizione. Forzare sulle feste è come escludere un pezzo della nostra storia».
Viviana Bottalico