La regina Elisabetta e il principe Filippo scendono in campo contro i No-Vax, mentre in Gran Bretagna già impazza la polemica per il loro gesto. La sovrana e il marito saranno infatti tra i primi nel Regno Unito a ricevere il vaccino contro il coronavirus e ci hanno tenuto a renderlo pubblico. La notizia, rivelata da fonti vicine alla famiglia reale al Sunday Times e riportata da Repubblica, arriva alla vigilia della campagna nazionale per le vaccinazioni, il cui inizio è previsto per l’8 dicembre.
Novantaquattro e novantanove anni, la sovrana e il marito rientrano a pieno titolo nella categoria “over 80 e operatori sanitari in prima linea”, che nei piani del governo di Londra sarà la seconda a ricevere il farmaco sviluppato dalla Pfizer/BioNtech dopo gli ospiti delle case di cura e chi li assiste. Se tutto va come previsto, il turno di Elisabetta e Filippo dovrebbe arrivare a fine gennaio: non avranno infatti una corsia preferenziale, “si metteranno in fila”, si sono affrettate a precisare le fonti.
Non sono comunque i tempi della vaccinazione destinati a far discutere quanto l’annuncio pubblico. Il vaccino resta “una questione privata” ma, hanno lasciato trapelare ancora le fonti, la regina informerà i suoi sudditi dopo aver ricevuto l’iniezione contro il coronavirus. Un bel colpo per Downing Street che potrà contare su una testimonial d’eccezione nella sua battaglia contro no-vax e cospirazionisti vari. Da un sondaggio Opinium pubblicato oggi emerge che un britannico su tre non è certo (“unlikely”) di farsi vaccinare.
Un numero ancora alto ma più basso rispetto a due settimane fa. Anche il premier britannico Boris Johnson stava pensando di dare il suo contributo facendosi iniettare il farmaco in diretta tv. Non è la prima volta che Elisabetta si mette al servizio della scienza. Nel 1957, nel tentativo di alleviare le paure sugli effetti collaterali del nuovo vaccino contro la poliomelite, la sovrana infranse il protocollo reale annunciando che il principe Carlo e la principessa Anna, allora 8 e 6 anni, avevano assunto il farmaco. Il risultato fu che milioni di britannici si vaccinarono contro la malattia.
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