Vito Bardi, leader della coalizione di centrodestra trainata dalla Lega di Salvini, sarà il governatore della Basilicata. Con i dati ancora non definitivi, a spoglio in corso, il verdetto è ormai netto: l’ex generale della guardia di finanza voluto da Forza Italia è lanciato verso il 42.3% dei voti, con Carlo Trerotola distanziato di quasi 10 punti. Un risultato a suo modo storico, visto che proprio il centrosinistra perde così una regione governata dal 1995.
Fermi poco sotto la soglia del 20% i Cinque Stelle di Antonio Mattia, mentre il quarto candidato (Valerio Tramutoli, con la lista civica di sinistra Tutto è Possibile) non dovrebbe raggiungere nemmeno il 5%. “Abbiamo scritto la storia, la Basilicata è pronta per il cambiamento – è stato il primo commento di Vito Bardi al risultato – “Nella mia agenda al primo posto ci sarà il lavoro. I giovani devono restare e avere le loro opportunità. Con legalità e trasparenza”.
I Cinque Stelle, sconfitti e in crisi, restano comunque il primo partito con il 19,8% delle preferenze, la Lega al 17,9%. Un successo che chiude un filotto storico del centrodestra, capace di conquistare in sequenza Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Sardegna e, appunto, Basilicata. Un banco di prova importante, l’ultimo prima delle europee che sono considerate passaggio chiave dai due partiti al governo.
Nervi tesi tra i grillini, con il candidato Mattia ad accusare la Lega di aver “portato in Basilicata la propaganda, questo è il peggior centrodestra di sempre”. E mentre nel centrosinistra torna di moda l’idea di un’alleanza con i Cinque Stelle in occasione delle prossime tornate regionali (Piemonte ed Emilia-Romagna) la rabbia pentastellata continua a montare, figlia di risultati deludenti e di uno strapotere salviniano impossibile da contrastare, ora come ora. Il Movimento è il figlio minore di un governo che ha un padrone preciso. E questo, ormai, Di Maio & co. l’hanno capito.
Il M5S ha copiato il programma delle regionali dalla Fondazione di D’Alema