Renato Vallanzasca, famoso per essere stato uno dei più pericolosi boss della criminalità milanese, sta per uscire dal carcere di Bollate. Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha infatti approvato il trasferimento in una struttura assistenziale, accogliendo la richiesta di differimento pena presentata dai suoi legali, Corrado Limentani e Paolo Muzzi. Anche la procura generale ha dato il proprio consenso, indicando una struttura nella provincia di Padova, dove Vallanzasca sarà sottoposto a un regime di detenzione domiciliare.
La carriera criminale di Vallanzasca
Negli anni ’70 e ’80, Renato Vallanzasca è stato uno dei più noti criminali italiani. Soprannominato il “Bel René” per il suo fascino e l’aspetto da ribelle, ha guidato la banda della Comasina, un gruppo criminale di Milano coinvolto in rapine, sequestri, omicidi e altri reati. La sua attività criminale gli ha garantito un posto di rilievo nella storia del crimine organizzato in Italia. Condannato a più pene, tra cui l’ergastolo, Vallanzasca ha trascorso la maggior parte della sua esistenza dietro le sbarre, diventando un simbolo dell’epoca e delle sfide alla giustizia da parte della malavita.
Declino cognitivo e decisione del tribunale
La decisione del tribunale di trasferire Vallanzasca in una struttura assistenziale è legata al suo peggioramento cognitivo. Le sue condizioni di salute richiedono cure e assistenza specializzata, non più gestibili all’interno del carcere. Questo cambiamento di stato ha portato i giudici a concedere la detenzione domiciliare in un contesto medico adeguato, come la struttura individuata in provincia di Padova, dove potrà ricevere l’assistenza necessaria senza perdere il controllo giudiziario sulla sua situazione.
Reazioni alla decisione
Il trasferimento di Vallanzasca in una struttura assistenziale ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, c’è chi considera la misura un atto umanitario dovuto alle sue condizioni di salute; dall’altro, molti ritengono che sia una concessione eccessiva per una persona che ha commesso crimini gravi. Tuttavia, la scelta del tribunale e della procura può essere compresa: dopo decenni trascorsi in carcere e con uno stato di salute così compromesso, Vallanzasca non è più considerato una minaccia per la società.