Una denuncia che arriva dall’Agi, quella che vede un Matteo Salvini impegnato, dopo la legittima difesa, in un nuova battaglia: rendere più facile procurarsi un’arma da fuoco per la difesa personale nel nostro Paese. Circa 70 deputati hanno infatti firmato una proposta di legge (la prima firma è della deputata Vanessa Cattoi) per “rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale”. Come? “Aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d’armi”.
In Italia infatti è possibile detenere un’arma anche senza avere il porto d’armi, ma per essere a libera vendita deve avere una potenza inferiore ai 7,5 joule (l’unità di misura, che serve anche a misurare l’energia cinetica sviluppata dal proiettile al momento dell’impatto). Al di sopra di quel limite (in Francia è di 40, in Spagna è di 21) si considera arma da fuoco e serve una autorizzazione e denuncia di possesso.
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Nella proposta di legge si parte da una considerazione:”Le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma, anche se il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore”.
Si può detenere un’arma per uso venatorio, per finalità sportive o per difesa personale. “Tuttavia spesso – sottolineano i promotori della proposta – la richiesta del porto d’armi per uso venatorio è solo un pretesto per avere un’arma in casa per difendersi dai malviventi”.
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La legittima difesa è legge: passa il provvedimento-simbolo di Salvini