“È andata benissimo. 156 voti con tre senatori a vita e due di Forza Italia già dentro”. Matteo Renzi non si arrende, finge entusiasmo e a tutti dice: “Siamo ancora l’ago della bilancia”, convinto di tenere per la cintola il governo Conte. Se vanno avanti così “è indecente”, si sfoga con i suoi. “Dovevano asfaltarci e fare cappotto, la verità che non hanno la maggioranza. E Casalino mandava i messaggi ai nostri ‘siamo a 170′”, rivela il leader di Italia Viva secondo quanto ricostruito da LaPresse. “C’è una domanda da fare al presidente del Consiglio: davvero se la sente di andare avanti così?” chiede l’ex premier intervenuto in serata a “Porta a porta” dopo che in Senato Conte ha incassato la fiducia con 156 “si” contro i 140 “no” mentre i 16 senatori di Italia Viva sono ancora l’ago della bilancia.
Renzi lancia poi una frecciata anche al suo vecchi partito: “Oggi ho capito perché ho fatto bene a lasciare il Pd un anno e mezzo fa. Se davvero il Pd è così schiacciato sul M5S, mi aspetto tra poco la candidatura Roma di Virginia Raggi”. Poi annuncia che “adesso vediamo come andrà. Settimana prossima voteremo contro la relazione di Bonafede sulla giustizia, perché la pensiamo in modo diametralmente opposto”. Sul Recovery fund replica a Conte: “Hanno detto che il ritardo sul recovery è colpa nostra? Avevano scritto un Recovery con i piedi”.
In un retroscena a firma di Maria Teresa Meli, pubblicato oggi dal Corriere della Sera, Matteo Renzi ha parlato alla buvette del Senato, quando, con Francesco Bonifazi e qualche altro amico, dopo aver detto No al centrodestra che gli aveva proposto di votare contro la fiducia, ha tratteggiato un ritratto non proprio lusinghiero del premier: “Sono mesi – racconta – che chiedo a Conte di fare un governo nuovo e di alto profilo e lui sapete come mi ha risposto le ultime volte? Offrendomi poltrone”.
“A me – prosegue con il suo racconto – dice: ‘Vuoi l’Onu?’. Io gli rispondo: ‘Guarda che è la Nato, non l’Onu, e comunque no grazie’. Alla Boschi, la più trattativista di noi, quando va da lui da sola offre il ministero di Bonafede, la Giustizia. Lei gli dice: ‘Guarda che sono plurindagata’. ‘Che c’entra, lo sono stato pure io’, le risponde Conte. Insomma era convinto che facendo un po’ di mercato e offrendo qualche poltrona, come sta facendo adesso, tutto si sarebbe risolto. Uno spettacolo indecoroso”.
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