Matteo Renzi ha le idee più chiare che mai. E nonostante continui a utilizzare il politichese per mischiare le carte in tavola e nascondere la strategia, quel che è certo che ora vuole le dimissioni di Giuseppe Conte prima di far partire la trattativa per un nuovo governo. Ma la “finezza” politica è proprio qui. Perché le dimissioni di Conte non precluderebbero a un nuovo governo con a capo, di nuovo, proprio l’avvocato dimissionario. Perché quello a cui punta Renzi ora è inserire Maria Elena Boschi in un ministero pesante come la Difesa, dirottando magari Lorenzo Guerini al Viminale al posto della “tecnica” Luciana Lamorgese. È questo il retroscena lanciato da Today.
Renzi punta a stravincere la partita con Conte mettendo sul tavolo la richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio. “Chi ha parlato con il senatore di Scandicci sa che la sua intenzione non è quella di puntare all’addio dell’avvocato a Palazzo Chigi ma di ottenere un semplice arrivederci: le dimissioni servirebbero a inaugurare un corposo rimpasto di governo che porterebbe all’approdo di Maria Elena Boschi nel nuovo esecutivo. In due possibili ruoli: il primo, secondo Repubblica, è quello di ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti al posto di Paola De Micheli; il secondo è quello di responsabile della Difesa al posto di Lorenzo Guerini, che verrebbe così dirottato all’Interno”.
Il Corriere della Sera scrive in un retroscena che per Boschi potrebbe esserci anche il ruolo di ministra del Lavoro al posto di Nunzia Catalfo. Renzi ribadisce di non avere intenzione di entrare nel nuovo governo in arrivo, ma un’altra ipotesi potrebbe vedere Ettore Rosato alla Difesa, che secondo il quotidiano potrebbe essere una casella utile anche come trampolino di lancio per Renzi alla Nato. In questo caso, avverte ancora il Corriere, una delle due ministre renziane potrebbe cedere il passo: la candidata sarebbe Teresa Bellanova, che è anche parlamentare, a differenza della collega Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia.
Dall’altra parte della barricata c’è Giuseppe Conte. Il quale, giustamente, non si fida dell’ipotesi dimissioni-reincarico perché evidentemente sa che una volta lasciata una poltrona può succedere di tutto. E non si fida soprattutto di Renzi, che ritiene unicamente voglioso di fargli le scarpe dopo la conferenza stampa di fine anno in cui lo ha apertamente sfidato. Repubblica dice che c’è uno schema che ha in mente il presidente del Consiglio, sempre che glielo facciano portare avanti. “Prevede che il 7 gennaio il testo del Recovery venga inviato alle Camere dopo essere transitato (possibilmente senza un voto) dal consiglio dei ministri. Poi, entro domenica 10 o lunedì 11 gennaio, il rimpasto”.
Già si ipotizzano cambi di caselle mirati, ovviamente: Renzi ministro degli Esteri e Luigi Di Maio al Viminale al posto di Luciana Lamorgese (ma è uno schema che il grillino nega e che comunque non gradisce, trovandosi a suo agio alla Farnesina). Oppure Ettore Rosato alla Difesa e Lorenzo Guerini all’Interno (di certo il dem può soltanto salire di posizione, visto il suo peso in questa maggioranza e nell’esecutivo). Neanche questo schema sembra funzionare, anche perché Lamorgese è da sempre giudicata vicina al Colle. Oppure, ancora, Andrea Orlando vicepremier o sottosegretario al Recovery e Maria Elena Boschi alle Infrastrutture o allo Sport.
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