Matteo Renzi giura che non sta bluffando. Anzi, fa proprio sul serio, e ora la caduta del governo sembra davvero dietro l’angolo. “Conte non ha capito che io non ho niente da perdere, non sono come Salvini che si giocava il Viminale. Se perdiamo in aula, a lui tocca governare con una maggioranza debole, un’agonia. E noi dall’opposizione recuperiamo voti. Se vinciamo, lui perde e se ne va a casa”, sono queste le parole attribuite a Matteo Renzi da Carlo Bertini in un retroscena pubblicato oggi da . Parole esplosive che aprono scenari piuttosto foschi sulla soluzione alla crisi di governo.
Nell’ultima conferenza stampa da Palazzo Madama, Conte ha apertamente sfidato Renzi: non vuole cedere la delega ai servizi segreti, boccia il Mes e non sembra nemmeno più convinto del rimpasto che aveva offerto nei giorni scorsi alle forze politiche. Ma Renzi è davvero sbottato dopo la frase sulla crisi da portare in Aula: “Il passaggio parlamentare è fondamentale. È chiaro che non si può governare senza la coesione delle forze di maggioranza, si può solo vivacchiare. Finché ci sarò io ci saranno sempre passaggi chiari, franchi, dove tutti i cittadini potranno partecipare e i protagonisti si assumeranno le rispettive responsabilità”. Un modo per invitare Renzi a fare la stessa cosa che fece Salvini: presentarsi in Senato e spiegare perché vuole togliere la sfiducia al governo.
Repubblica però racconta oggi in un retroscena che secondo un ministro del Partito Democratico in Parlamento ci sono moti di avvicinamento alle forze di governo e in caso di crisi anche Italia Viva sarebbe destinata a spaccarsi: “Nelle settimane scorse alla Camera da Italia Viva volevano rientrare nel Pd in quattro – racconta in proposito un deputato dem – ma abbiamo detto di no”. Tanti, non solo nel Pd e tra i Cinque stelle, sono pronti a scommettere, che non solo esponenti di centrodestra (leggi Fi) e del Misto, ma alla fine anche qualcuno dei 18 senatori del gruppo Iv-Psi potrebbe vestire i panni del dissidente e votare la fiducia al Conte bis, lasciando con il cerino in mano Renzi.
Poi arriva l’e-news di Renzi a mettere una pietra tombale sul governo: “Meglio andare all’opposizione che accettare questo Recovery Plan. Non sarò complice del più grave spreco di denaro pubblico. Se ci vogliono ci stiamo con le nostre idee. Se non ci vogliono facciano da soli”. La spaccatura appare ormai insanabile.
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