Il punto di non ritorno pare ormai superato, il vento della scissione troppo forte per poter essere fermato. Il Pd va incontro all’ennesima scissione, quella che vedrà stavolta Renzi e i suoi fedelissimi armarsi di bagagli per lasciare la loro casa dem e andare a vivere tra le mura di un nuovo soggetto politico. Con tanto di gruppi già pronti in Parlamento, sia alla Camera che al Senato.
Una corsa alla quale ha impresso una decisa accelerazione l’apertura da parte di Zingaretti e Franceschini al Movimento Cinque Stelle, con il quale ora il Pd valuta l’ipotesi di presentarsi a braccetto alle prossime elezioni Regionali per contrastare il blocco unito del centrodestra. Le ultime indiscrezioni dal mondo democratico parlano di un Renzi deciso comunque a confrontarsi col premier Giuseppe Conte e con Luigi Di Maio prima di portare a termine il suo progetto.
I renziani sostengono che, in questo modo, verrebbe sgombrato il campo da ogni equivoco: i nuovi gruppi non nascono contro l’esecutivo in carica, ma a suo sostegno. I nuovi gruppi parlamentari sarebbero un passaggio propedeutico per la “separazione consensuale” dal Pd di Nicola Zingaretti. Con il battesimo del nuovo partito di Renzi che dovrebbe avvenire sul palco per eccellenza, quello della Leopolda, il 18 ottobre.
I fedelissimi dell’ex premier parlano di un soggetto che nascerà già con ossa robuste, non un piccolo partito insignificante dal punto di vista elettorale. Pronto ad accogliere, forse, anche qualche scontento della galassia azzurra di Forza Italia. Il gruppo della Camera dovrebbe contare una ventina di deputati, guidati dal fedelissimo renziano Luigi Marattin. La ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova diventerebbe il capo delegazione nel governo, mettendosi accanto quindi a Dario Franceschini e Luigi Di Maio. A coordinare il nuovo partito ci dovrebbe pensare infine Ettore Rosato. Truppe meno nutrite in Senato, con i fuorisciti dal Pd che potrebbe finire direttamente al Misto.
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