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Uragano Renzi: “M5S finito, Pd suicida. Ddl Zan? Meglio un compromesso che niente”

Matteo Renzi interviene sulle polemiche di queste ore legate alla possibile approvazione del Ddl Zan e respinge al mittente l’accusa di volerlo affossare: “È vero il contrario – dice il leader di Italia Viva in un’intervista a Repubblica -. Siamo gli unici a volerlo salvare. L’ipocrisia di chi urla sui social ma sa che al Senato non ci sono i numeri è la vera garanzia dell’affossamento della legge. Se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni. E quanti ragazzi gay soffriranno per la mancanza di questa legge? Voglio evitare questo rischio”. (Continua a leggere dopo la foto)

Aggiunge Renzi dando un’altra delle sue stoccate, a destra e a manca: “Ma per fare le leggi servono i voti dei senatori, non i like degli influencer. Chi vuole una legge trova i numeri, chi vuole affossarla trova un alibi”. Serve, quindi, un compromesso, spiega Renzi, per evitare di ritrovarsi senza niente. “I massimalisti fanno i convegni, i riformisti fanno le leggi. Preferisco un buon compromesso a chi pensa di avere ragione solo lui ma non cambia le cose”. La proposta di Scalfarotto, firmata anche da Zan, spiega Renzi, “elimina i punti controversi su identità di genere e scuola”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Può essere un punto di caduta. L’importante è non affossare la legge: a scrutinio segreto la legge rischia molto. Anche nei gruppi Pd Cinque Stelle potrebbero mancare voti, è il segreto di Pulcinella”. Renzi si rivolge poi al Pd, dicendo che “deve decidere: vuole una bandierina anche a costo di condannare una generazione di ragazze e ragazzi gay a non avere tutele o preferisce una legge? Io non avrei dubbi”. Capitolo Quirinale, Matteo Renzi pensa a un accordo “amplissimo” per eleggere il capo dello Stato. (Continua a leggere dopo la foto)

Per questo farebbe un accordo “anche con la destra, certo. In questa elezione, per di più, la destra ha il 45% dei grandi elettori, quindi sarà sicuramente al tavolo. E meno male che nel 2019 abbiamo tolto i pieni poteri al Salvini del Papeete: fossimo andati a votare allora – come volevano alcuni dirigenti anche del Pd – ora dovremmo eleggere un Presidente sovranista”.

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