Felice per la scelta di Mattarella di incaricare Mario Draghi, ma segnato da mesi che lo hanno visto bersaglio di pesanti attacchi. Così Matteo Renzi si descrive in un’intervista rilasciata a Repubblica, settimane dopo aver dato il via a quella crisi di governo che ha portato alla fine del Conte bis. Scelta sembrata incomprensibile anche a molti italiani, che continuano a penalizzare fortemente Italia Viva nei sondaggi sulle intenzioni di voto. Ma sintetizzata così dal Rottamatore: “A chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte”.
Renzi si è detto fiducioso nel fatto che “la maggioranza ci sarà”. Dice di non aver “niente da festeggiare” con l’uscita di scena di Giuseppe Conte. Ma si considera “solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese. Il suo governo sarà la salvezza dell’Italia: ha messo in sicurezza l’euro quasi dieci anni fa, metterà in sicurezza il Recovery Plan per i nostri figli. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni”.
Draghi sarà poi il naturale candidato alla presidenza della Repubblica? “La legislatura durerà fino al 2023 – è stata la risposta di Renzi Quanto al capo dello Stato deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione”.
Renzi non ha mancato di lanciare una stoccata al Pd: “La linea politica del Pd in questa crisi per me è inspiegabile. Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione ‘O Conte o voto’. C’è chi sostiene che Zingaretti e Bettini avessero una raffinata strategia in testa. Evidentemente era talmente raffinata da sembrare inesistente”. E il futuro del suo partito? “Italia Viva crescerà come punto di riferimento di chi non si allinea all’accordo Pd-M5S-Leu e di chi non vuole morire sovranista. Dal punto di vista personale, invece, voglio rifiatare. Ho vissuto con molto dolore l’aggressione mediatica di queste settimane: l’odio e il pregiudizio non mi avevano mai fatto male come stavolta, devo confessarlo”.
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