Matteo Renzi non tende trappole all’esecutivo. Almeno per ora. Il passaggio più delicato del voto sulla mozione di fiducia presentata contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede era proprio quello che riguardava la posizione in merito di Italia Viva. Che, per bocca del suo leader, si è però allineata alla scelta di governo di difendere il proprio esponente. Il Guardasigilli, da par suo, si era difeso spiegando: ” Le misure concrete adottate durante l’emergenza sono il frutto del lavoro di squadra di tutto il governo che ha deciso di considerare la giustizia una vera priorità”.
“Tante volte – ha dichiarato il ministro – all’interno della maggioranza ci siamo interrogati e anche divisi in ordine, per esempio, all’impatto conseguente alla riforma della prescrizione. Su questo punto, così come su tutto l’andamento dei tempi del processo sarà importante una Commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio dei tempi che permetta di valutare l’efficacia della riforma del nuovo processo penale e civile”.
Renzi ha colto l’invito alla cooperazione: “Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”. Durante i lavori la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha richiamato i senatori a non fare assembramenti, rispettando le distanze previste per il contrasto al coronavirus. “Senatori, non siamo un buon esempio” ha detto.
Non è stato solo Renzi a sollevare polemiche durante gli interventi, tra i banchi della maggioranza giallorossa: “Non c’è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede – aveva scritto su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Pd – ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo”.
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