Quanto prende la parola Renzi in Aula durante la votazione della mozione di sfiducia a Bonafede la strada è ormai segnata. L’ex premier dice: “Le mozioni che la sfiduciano hanno posto questioni vere, non strumentali. Ma non le voteremo per quello che ha detto Conte e cioè che avrebbe tratto le conseguenze politiche di quel voto. Quando il Presidente del Consiglio parla si rispetta istituzionalmente e si ascolta politicamente. E il Paese qui fuori non può permettersi ora una crisi di governo. La verità è che per tutto quello che è successo, e in nome di quella cultura del sospetto che l’ha sempre guidata, lei dovrebbe chiedere scusa e andare a casa signor ministro, così come chiese di farlo all’onorevole Boschi, Lupi, Guidi , Lotti, all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.
Ma la politica “non è vendetta” e la “cultura del sospetto è l’anticamera non della verità ma del khomeinismo”, ha detto ancora Renzi in Aula. Quindi, d’ora in poi, “faccia il ministro della giustizia e non dei giustizialisti. È in nome della giustizia che, se avessi seguito solo il merito della questione, Alfonso Bonafede non sarebbe più Guardasigilli”. Matteo Renzi, dunque, si è fermato, ancora una volta, sul ciglio del burrone. Italia Viva non ha votato le mozioni di sfiducia che avrebbero fatto cadere il governo Conte. E nel day after l’ex premier concede una lunga intervista a Repubblica in cui spiega: “Le poltrone possono tenersele, a me interessa la politica – giura l’ex premier – io voglio sbloccare i cantieri”.
Ma in questa conversazione con Annalisa Cuzzocrea emergono altre questioni fondamentali, tra cui un passaggio in cui Renzi, senza mezzi termini, sostiene: “Anche stavolta, come ad agosto quando abbiamo mandato a casa Salvini, siamo stati fondamentali. Se si dovessero sciogliere le Camere, compito del Presidente della Repubblica è trovare un’altra maggioranza. E in questo Parlamento un’altra maggioranza si trova in un quarto d’ora…”.
Intanto, molti sostengono che con questo salvataggio, Renzi possa passare all’incasso con alcune nomine, specie in vista di un rimpasto di governo: “Non me ne frega niente delle poltrone, mi interessano i cantieri, la politica industriale di questo Paese, ma devono anche capire che senza Italia Viva non c’è maggioranza. Stiamo per entrare in uno tsunami occupazionale: serve una visione più ampia di politica industriale, e c’è da sbloccare i cantieri. Su questo anche i 5 Stelle sono d’accordo. E c’è da riaprire le scuole. Prima le scuole, poi i pub…”.
Ti potrebbe interessare anche: L’alleata tedesca di Salvini: “Aiuti all’Italia? No, siete avidi”