C’era tanta attesa per Matteo Renzi a “Porta a porta”. Nella sua apparizione notturna negli studi di Bruno Vespa, Renzi ha lanciato un messaggio forte: niente sfiducia a Conte, niente crisi di governo. Ma anche messo sul tavolo una possibile sfiducia al Guardasigilli Bonafede e ha rilanciato in grande stile sul piano delle riforme strutturali: “Siccome non si può andare avanti così con le scene che abbiamo visto, fermi tutti: faccio un appello a tutte le forze politiche, a Zingaretti, Di Maio, Crimi, Conte, Leu, Salvini, Berlusconi, Meloni. Dico: portiamo il sistema del sindaco d’Italia a livello nazionale. Si vota una persona che sta lì cinque anni ed è responsabile. Per me la soluzione è l’elezione diretta del presidente del Consiglio”. Colpo di scena.
E se mai la suggestione renziana di una legislatura costituente dovesse prendere corpo, a quel punto Renzi immagina che un processo di questo tipo potrebbe essere accompagnato da un governo costituente, guidato da una personalità super partes. Quindi, comunque, sta sfrattando Conte… Il leader di Italia Viva pensa che l’ex presidente della Bce Mario Draghi sia l’uomo giusto per guidare – nei prossimi mesi – un governo di questo tipo. Ma le proposte di Renzi hanno creato subbuglio nel panorama politico, e sembra che nessuno sia intenzionato a raccoglierle, né da destra né da sinistra, tanto che il suo è suonato come un colpo a vuoto e in larga parte i commenti sono stati negativi.
Fidarsi di Matteo Renzi? Gian Marco Centinaio (Lega) fa sapere: “Renzi disse: ‘Se perdo il referendum smetto di fare politica’. Io sono uno di quegli italiani che ancora aspetta. Non mi fido neanche morto”, conclude tagliando corto. “Mentre stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del suo folle gesto. Perché sono uno scorpione, rispose, è la mia natura”. Così Dario Franceschini ha commentato le parole di Matteo Renzi. E sui malumori interni al governo si è espresso anche il capo politico M5s, Vito Crimi: “Renzi decida se vuole stare al governo o con Lega e Forza Italia”. Parole durissime.
Da parte di Matteo Renzi “ancora una volta siamo di fronte ad una iniziativa ondivaga, improvvisa, avanzata in una sede sbagliata e probabilmente dettata da un calcolo di partito. Che rispetto c’ è per il lavoro comune svolto con gli alleati?”: così invece Goffredo Bettini, l’esponente Pd più vicino al segretario Zingaretti, commentando l’intervento del leader Iv a Porta a Porta. In un’intervista al Corriere della Sera, Bettini ha avvertito che va tolto il “potere di veto a tutti coloro che intendono esercitarlo” perché “in un governo si discute, si ascolta e poi si decide”. Bettini si è detto infine sconcertato dalle proposte avanzate dall’ex premier.
“Renzi già bocciato, ora basta. Il modello dell’Italicum è stato già bocciato definitivamente dagli italiani il 4 dicembre. Non si torna indietro”, ha invece dichiarato il ministro Roberto Speranza. E secondo Giorgia Meloni, “la riforma presidenziale o l’introduzione del premierato, storiche battaglie della destra, sono temi troppo seri per essere utilizzati come biechi strumenti di manovre politiche e di Palazzo come sta facendo Renzi con il suo ben poco credibile appello”.
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