Una lezione per duecento ragazzi under 30 alla scuola di formazione politica di Barga, a Garfagnana, quella tenuta da Matteo Renzi sui temi dei media e della figura dello “spin doctor”. Un incontro che si è trasformato però anche in un’occasione per andare all’attacco di Paolo Gentiloni, presidente del Pd e suo successore ai tempi in cui era presidente del Consiglio.
Renzi lo ha accusato senza troppi giri di parole di aver provato a far saltare l’intesa tra Pd e Cinque Stelle. Oltre che contro Gentiloni, l’ex premier ha puntato il dito contro
due testate, Repubblica ed HuffingtonPost (“guarda caso dello stesso editore”, spiega) che si sarebbero fatte manipolare. Un discorso che è stato registrato e che è diventato in qualche ora di dominio pubblico.“È Paolo Gentiloni che ha fatto passare il messaggio di una triplice richiesta di abiura da parte del Pd ai 5Stelle”, ha detto Renzi ai ragazzi parlando delle tre condizioni del Nazareno al Movimento: l’ex premier si è riferito in particolare al no alla riforma sul taglio dei parlamentari come è stata scritta e votata fino ad oggi. Aggiungendo poi: “I Cinquestelle ci avevano detto ‘noi ci stiamo se ci garantite che possiamo arrivare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari’. L’ala trattativista, guidata da Franceschini, aveva detto: ‘A noi va bene se garantite dei contrappesi'”.
A quel punto l’attacco a Gentiloni: “Il modo in cui lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto. Gentiloni era al Colle ma non ha aperto bocca. Non ha detto nella sede ufficiale ciò che pensava. Ma lo ha detto a due giornali”. Poi Renzi ha esaminato le conseguenze di questo messaggio: “La parte dei 5Stelle che vuol far saltare tutto – legata a Di Battista e Paragone – a quel punto ha detto ‘Zingaretti è Giuda’. E in questo rilancio il messaggio M5S è stato: ‘Noi andremo da Mattarella a dire mai con il Pd'”.
Infine Renzi ha accusato i giornali di aver predisposto “una narrativa” in cui Conte è un “grande statista” e il bipolarismo è tra Conte e Salvini. “Nel Pd, ove vi fosse la rottura, sarà un caos. Se uno, contravvenendo alle regole interne, con un spin fa saltare tutto non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni”.
Salvini le prova tutte: pronto a offrire a Di Maio il ruolo di premier