In tanti dicono che la sola cosa che hanno in comune sia il nome: Matteo. E proprio da qui nasce il siparietto andato in onda, in diretta, a SkyTg24 tra Renzi e Salvini. La gaffe del giornalista che confonde i nomi, rivolgendosi a Matteo Renzi, ma chiamandolo Matteo Salvini, e poi il botta e risposta ironico fra i due leader politici: “Uno dei due deve querelare, è evidente”, dice Renzi scherzando. “Io son d’accordo con me stesso, in linea di principio”, replica a tono Salvini. “Già questo è un passo avanti rispetto al passato”, ribatte ancora il leader di Italia Viva. Il siparietto è andato in onda a Sky TG24 Live In Courmayeur, l’evento di Sky TG24 per portare il dibattito sul territorio.
E intanto Renzi ruba la scena anche all’interno della maggioranza. Il governo affronta un momento di tensione. Mai come nelle ultime ore l’Esecutivo è stato così vicino alla crisi. Il voto del 9 dicembre sul Mes sarà decisivo per la tenuta della maggioranza, ma la tensione è alle stelle. Oggi si terrà il Consiglio dei ministri che dovrebbe decidere la struttura di governance dei 209 miliardi di euro del Recovery fund, ma – si legge sul Corriere della Sera – i ministri renziani sono pronti a dare battaglia, sino alla minaccia di votare contro le decisioni del premier, perché non condivise con gli alleati.
Sulla gestione del Recovery che dovrebbe essere approvata oggi dal Consiglio dei ministri i renziani ormai parlano apertamente di “maggioranza nella maggioranza”, di non essere più disposti a tollerare il metodo di lavoro del capo del governo, la ministra Teresa Bellanova dice di “aver appreso dai giornali del Cdm e dei suoi contenuti. Non voteremo documenti al buio”, è la minaccia di Italia viva. Un vertice di maggioranza molto teso si è svolto ieri sera – prosegue il Corriere – proprio per cercare un punto di incontro su entrambi i temi.
Per Iv hanno partecipato sia Maria Elena Boschi che Ettore Rosato, ma hanno abbandonato la riunione prima della fine. La maggioranza rischia anche sul voto che riguarda il Mes, perché il M5S sta addirittura lavorando ad una risoluzione autonoma e i firmatari potrebbero essere una quarantina di senatori, anche se Vito Crimi, capo politico del Movimento, assicura che “verrà trovata una sintesi, a noi basta che si dica che non prenderemo i 37 miliardi per le spese sanitarie, sul resto si può guardare avanti”.
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