“Caro amico ti scrivo” cantava Lucio Dalla. Peccato che stavolta non sia proprio così. A prendere “carta e penna” via social è il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Il destinatario della sua lettera, neanche a dirlo, il premier Conte. Tra i vari punti prioritari indicati, Renzi ha richiamato il Recovery Fund, la task force e il Mes. “Parliamo di cose serie e progetti. Vogliamo dare una mano sui contenuti. I nostri ministri sono pronti a dimettersi domani, se serve”, ha scritto. E poi quella che è sembrata la vera stoccata di tutto il messaggio: “Basta tirare a campare”.
“Non si organizzano task force con poteri sostitutivi al governo, non si chiede al cdm di approvare un documento all’ultimo momento, il Mes va utilizzato e serve un piano ambientale serio anche sfidando i sindaci sui progetti di trasformazione urbana”. Sono questi alcuni dei punti prioritari indicati da Matteo Renzi a Giuseppe Conte in un lunga messaggio reso pubblico dal leader di Italia Viva su Facebook. Nella lettera si definisce il piano per il Recovery come un collage di buone intenzioni senz’anima. Renzi si chiede inoltre che fine abbia fatto il documento Colao e attacca sul piano shock infrastrutturale approvato solo a parole e sulla questione dei servizi segreti.
Renzi ha postato “per trasparenza totale” la lettera che ha inviato ieri al Presidente del Consiglio. “È molto lunga, lo so. Ma almeno si capisce che parliamo di cose serie, non di rimpasti”. La missiva inizia così: “Caro presidente, in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che ‘quelli di Italia Viva’ vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia. Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan – che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export – sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica”.
“Noi Ti abbiamo detto in Parlamento – scrive tra l’altro Renzi a Conte – che quando un Paese può spendere 209 miliardi di euro non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Non si scambia una sessione del Parlamento con una diretta Facebook. Non si chiede al Consiglio dei Ministri di approvare un documento condiviso all’ultimo momento. Perché questi duecento miliardi di sono l’ultima chance che abbiamo”. E sulla maggioranza di governo aggiunge: “Ti abbiamo detto, caro Presidente, che abbiamo fatto un Governo per evitare i pieni poteri a Salvini. Non li affideremo a altri”.
Conclude Renzi: “L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell’Autorità Delegata è inspiegabile. L’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno: per questo Ti chiediamo di indicare un nome autorevole per gestire questo settore. Io mi sono avvalso della collaborazione istituzionale di Minniti, Monti ha lavorato con De Gennaro, Berlusconi con Letta: tu non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore”.
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