Prende la parola durante la direzione del partito e insiste sul fatto che il referendum costituzionale del prossimo ottobre sia un evento «cruciale per la credibilità della politica». Il premier Matteo Renzi è più deciso che mai a portare avanti una battaglia sulle riforme che in questi mesi sta infiammando la scena politica italiana, con una parte del Partito Democratico non disposta ad appoggiare il testo che vede come prima firmataria il ministro Maria Elena Boschi.
«Questo referendum non è conosciuto dai cittadini perché nessuno riesce a porre questioni di quesito», afferma Renzi. Il presidente del Consiglio si dice convinto che ci sia una parte dell’arena politica che tende a trasformare quella del No al referendum non come una battaglia nel merito, ma più che altro come fosse «un derby personale contro di me». «Chi mi dice che non devo personalizzare – continua quindi il premier – faccia una cosa: personalizzi lui, faccia i banchetti perché questo referendum sia di tutti».
In merito al fatto che il governo sarebbe pronto a sciogliersi nel caso in cui dalle urne dovesse uscirne vincente il No, Renzi afferma invece: «Il problema non è cosa accadrà a me, ma al Paese e alla credibilità della classe politica. E non è una minaccia o una preoccupazione, ma un ricordati che devi morire».
Ma il Partito Democratico non riesce ancora a sanare le sue profonde spaccature, e la direzione si è ritrovata a votare a maggioranza sulle due visioni interne: la gran parte del Pd è ancora a sostegno del premier e la posizione ufficiale del partito sarà una sola. Quella del Sì.
Brunello Colli