In queste ore Matteo Renzi sta giocando il suo ennesimo “rischiatutto”. Ha deciso di ritirare le due ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e aprire ufficialmente la crisi di governo. Lo scontro tra Renzi e Giuseppe Conte si è assai inasprito: pesa anche una rilevante incompatibilità caratteriale, quasi epidermica. Ma ora, se il leader di Iv non riuscirà a imporre un nuovo premier o un nuovo governo con più ministri renziani, per lui si profilerebbe un de profundis politico, all’opposizione. Oltre a quello con Conte ancora in sella grazie al sostegno dei “responsabili”, c’è uno scenario ancora peggiore per Italia viva: il ritorno alle urne. “Se credo al voto? In parlamento non ci crede nessuno”, afferma il senatore Renzi nella sua attesissima conferenza stampa.
Ma cosa ha voluto comunicare Renzi con quella conferenza? A captare bene le sue parole si capisce l’obiettivo è uno solo: far fuori Conte. È per questo che, nonostante le aperture arrivate da Pd, M5S e Palazzo Chigi, il leader di Italia viva ha deciso di tirare dritto aprendo la crisi. “Ma qual è il suo vero obiettivo?”, si chiedono tutti. Sostituire Conte al timone del governo con un altro primo ministro, tecnico o magari del Pd. Traguardo che senza la prova di forza delle dimissioni per costringere Conte a salire al Colle non sarebbe raggiungibile. Renzi infatti ha fatto una critica feroce alla conduzione politica della coalizione e della vita del governo, una critica feroce che (pur senza quasi mai nominarlo direttamente) è indirizzata ad un solo soggetto, cioè il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Se non si coglie questo passaggio non si vede quello che è il vero significato dello scatto in avanti di ieri, uno scatto in avanti che è “tutto politico” e poi, ma solo poi, di carattere contenutistico. Renzi contesta il metodo seguito sui dossier più importanti (con scarsissimo coinvolgimento dei partiti), lo stile di governo, la collocazione internazionale. Contesta cioè tutto ciò che fa direttamente capo al premier ed anche, particolare non da poco, tutto ciò che è nella sua esclusiva disponibilità, anche ai sensi del dettato costituzionale.
La controprova di tutto ciò? La sostanziale assenza di critiche al PD (e sappiamo bene cosa ne potrebbe pensare) ed al M5S (di fatto il soggetto politico a lui più distante per un decennio quasi), scelta che Renzi fa per chiarire il concetto che gli sta più a cuore, che è semplice semplice: lui ha un solo è vero obiettivo nel mirino, cioè Giuseppe Conte.
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