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Resistenza green, la California contro le politiche ambientali di Trump

La California sta vivendo un’importante fase di resistenza green contro le politiche ambientali attuate dal presidente Donald Trump. Le nuove nomine e soprattutto la nuova Epa (Environmental Protection Agency) scontentano gli attivisti di una delle patrie dell’ecologismo.

La patria dell’ecologismo

La California può essere considerata la vera e propria culla dell’ecologismo moderno. Più di un secolo fa, già l’ingegnere e naturalista John Muir si batteva per la conservazione del primo parco nazionale dello Yosemite, istituito dal presidente Abraham Lincoln.
Da queste lontane battaglie derivano i moderni Greenpeace, Earth First e gli altri movimenti che si battono per la difesa dell’ambiente.
Per questo parlare di politiche ambientali in California rappresenta un tasto molto delicato da toccare.
In questo Stato, già negli anni Sessanta, il governatore Ronald Ronald decise di istituire il California Air Resources Board, l’organo che, in grande autonomia, si occupa di monitorare le condizioni dell’aria. Basti pensare che il suo scopo principale, entro il 2030, è ridurre l’inquinamento fino al 40% sotto i livelli del 1990.
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Ecologia e mercato delle auto

La resistenza green in California va però a toccare sfere molto importanti dell’economia statale. Il riferimento principale è all’industria automobilistica.
Tra i vari provvedimenti a tutela delle condizioni ambientali, l’Air Resources Board ha anche imposto l’obbligo di vendere una percentuale di veicoli ad emissione zero. In questo modo si tende ad incrementare il mercato delle auto elettriche e a ridurre le emissioni (mossa non gradita a molti industriali del settore, oltre che al presidente Trump).

L’ascesa di Trump

L’ecologismo californiano sembrava andare a braccetto con le politiche ambientali di Obama, come dimostrano anche gli accordi di Parigi firmati dall’ex presidente. Con l’insediamento di Trump a Washington le cose sono cambiate aumentando così l’acredine di una resistenza green molto forte in tutto lo stato. Il presidente repubblicano ha più volte detto di reputare il cambiamento climatico una grossa “bufala” e lo sta dimostrando anche nei fatti con decisioni che non piacciono agli ecologisti di tutto il pianeta.
Trump ha dato seguito alle sue idee sul cambiamento climatico anche attraverso le nomine. A partire da Scott Pruitt, ex avvocato di un’industria petrolifera, ora capo dell’Epa (Environmental protection agency), l’agenzia per la protezione dell’ambiente creata da Nixon nel 1970. In linea col pensiero di Trump, la nuova Epa ha annunciato la fine dei limiti di emissioni industriali che erano stati varati da Obama negli accordi di Parigi.
Inoltre, da quando Trump è alla Casa Bianca ci sono stati cambiamenti importanti all’interno dell’organico dell’Epa. A partire dal trasferimento all’ufficio contabilità dello scienziato Joel Clement, esperto degli effetti del cambiamento climatico sulle comunità indigene dell’Alaska.

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Il governatore Brown contro Trump

Il governatore Jerry Brown si sta opponendo alle nuove politiche ambientali di Trump restando coerente con la sua formazione politica ed ambientalista: “La California farà tutto ciò che è in suo potere per mantenere la rotta e incrementare il progresso ambientale in ogni stato, provincia e paese”, ha dichiarato Brown. Il governatore ha inoltre dichiarato di trovare intollerabile la “posizione anti-scienza e anti-realtà” di Trump.
Ma il presidente Usa minaccia di revocare al suo Stato il waiver, ovvero il permesso di stabilire le norme sulla qualità atmosferica in autonomia.
Intanto, anche Arnold Schwarzenegger ha detto la sua sulla questione precisando che “non si può tornare indietro, dobbiamo andare avanti e possiamo farcela. La California è la sesta economia mondiale pur essendo del 40% più efficiente nei consumi del resto degli Usa”.
Si tratta di una partita molto importante che, dai confini californiani, si sposta in tutto il resto del mondo.

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